Open Sky presenta la sua piattaforma delivery

Oggi pomeriggio, alla Casa dello Spettacolo al Lido di Venezia, si è parlato di magazzino digitale per i cinema e di multiprogrammazione. Walter Munarini, direttore generale di Open Sky ha presentato OpenskyStore®, soluzione integrata tra satellite e banda larga per una piattaforma di delivery che mette la sala cinematografica nelle condizioni di diventare on demand. Con OpenskyStore® sarà possibile in futuro scaricare su richiesta i film per serate speciali, eventi o rassegne: «Open Sky – ha dichiarato Munarini – sette o otto anni fa ha iniziato un cammino tecnologico nell’esercizio grazie al satellite che permette di diffondere contenuti subito; una tecnologia che soddisfa il 90% delle richieste. Ma a questa tecnologia manca l’asset temporale di chi richiede contenuti in un secondo momento rispetto all’uscita. La tecnologia, però, evolve e ora è possibile, grazie a questa soluzione, chiedere contenuti on demand sempre nel rispetto dei rapporti commerciali tra esercenti e distributori. Un ulteriore passo avanti verso la multiprogrammazione». Ha dichiarato Domenico Dinoia, presidente Fice: «Tutti si sono resi contro che tra numero di sale e numero di film in uscita, il rapporto è complicato: i film sono tanti e le sale poche. Siccome non c’è all’orizzonte la costruzione di nuovi cinema, come utilizzare al meglio le tecnologie per aumentare la diffusione dei film e implementare il numero di spettatori? La multiprogrammazione è la soluzione ma deve diventare una modalità operativa quotidiana». Mario Lorini (Fice), insieme a Richard Borg (a capo di Universal), stanno portando avanti – su mandato delle associazioni di esercenti e distributori – il progetto di dare vita a una fase sperimentale di multiprogrammazione: «Ringrazio Richard Borg perché non era scontato il suo coinvolgimento così sentito in questo percorso; la sua credibilità ed esperienza sono state fondamentali. Come Fice, è dal 2008 che dicevamo che la multiprogrammazione in Europa era già realtà anche con la pellicola. Con Borg siamo partiti a fine 2013; abbiamo girato l’Italia parlando di multiprogrammazione e incontrando gli esercenti e speriamo di concludere a breve questo percorso. Non c’è possibilità di arrivare a linee guida precise ma abbiamo dato degli elementi perché questo processo parta. Alla base bisogna che ci sia un rapporto di fiducia reciproco per lavorare al meglio sui film. Multiprogrammare non vuol dire fare più film ma far capire agli esercenti che questo mestiere va fatto in modo nuovo; soprattutto nei rapporti comunicativi con il pubblico. La novità sarà preparare un palinsesto mensile di film da far conoscere e su cui lavorare. Il mercato è fermo e abbiamo un numero di monosale o piccole multisale di cui oggi abbiamo ancora bisogno se vogliamo che il mercato cresca. Bisogna puntare su contenuti alternativi, film di catalogo, film restaurati, film che non hanno trovato spazio durante la stagione. Nelle sale di provincia questi film arrivano a far parte di rassegne dopo due o tre mesi dall’uscita; il nostro scopo è quello di riuscire a farli arrivare prima. Lo scopo è anche favorire un aumento del numero di spettacoli in quelle sale di provincia dove negli anni si sono ridotti sempre di più. Pensiamo che ai primi di ottobre possa partire questa fase sperimentale. La distribuzione ha detto che la palla passa all’esercente; cerchiamo di tenerlo presente anche se i problemi sono tanti. Ma dobbiamo andare avanti, non ci sono più scuse». Ha aggiunto Paolo Protti (Cinecity e Ariston di Mantova): «In questi anni le cose sono molto cambiate. Siamo arrivati a essere quasi tutti digitalizzati. Abbiamo una macchina che potrebbe correre e invece molto spesso andiamo lentamente perché ci sono ancora problemi da risolvere. Ben venga, quindi, la possibilità di avere questo magazzino on demand. L’esercente nell’epoca digitale deve essere editore della sua attività; deve costruire il proprio palinsesto nel rispetto degli accordi commerciali definiti con il distributore. Ma per essere editori bisogna ricostruire un nuovo rapporto con il pubblico grazie anche alla libertà di accesso al prodotto». Un esempio concreto di multiprogrammazione lo ha portato Franco Giraldo, segretario Acec (75% di sale digitali su 800): «Invito a collegarsi al sito del cinema Beltrade di Milano che sta già portando avanti questo modo di lavorare. È una piccola realtà nel centro di Milano. Ma la nuova tecnologia ci chiede anche un cambiamento culturale. Dobbiamo formare il pubblico in modo innovativo; non basta cambiare le poltrone delle nostre sale o installare proiettori digitali per considerare terminato il nostro lavoro».

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