L’industria cinematografica e televisiva californiana è in crisi profonda e gli addetti ai lavori continuano a lanciare allarmi: la produzione di film e serie tv nella città è ai minimi storici e crescono sempre più i timori che Hollywood possa fare la fine di Detroit, un tempo capitale dell’automobile, oggi simbolo del declino industriale americano. È quanto emerso da un’assemblea cittadina molto partecipata, tenutasi lunedì sera agli Evergreen Studios di Burbank, e incentrata sul crollo della produzione e sulla necessità di rafforzare gli incentivi fiscali per evitare l’emorragia di lavorazioni dalla California.
Il grido d’allarme è stato chiaro fin dal titolo dell’incontro, organizzato dalla coalizione “Stay in LA”. A preoccupare non sono solo le riprese, ma anche la postproduzione, la musica dei film e tutta la filiera produttiva dell’audiovisivo. «Non è un’esagerazione dire che, se non agiamo, l’industria audiovisiva californiana diventerà la prossima Detroit dell’auto», ha dichiarato Noelle Stehman, intervenuta a nome del movimento.
Secondo gli ultimi dati diffusi da FilmLA, i giorni di riprese in esterni nei primi tre mesi del 2025 sono diminuiti del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un calo che si inserisce in una tendenza nazionale: dal 2022 la produzione negli Stati Uniti è scesa del 26%. Tra i beneficiari di questo spostamento, l’Australia, che ha visto un +14%.

Cr. FilmLA / THR
«I capi degli studios dormono comunque a Bel-Air, ma questo è un problema della classe media – ha detto il senatore Ben Allen, presente all’evento insieme al deputato statale Rick Zbur, entrambi impegnati a far approvare una legge che rafforzi gli incentivi fiscali – Gli studios non si fanno problemi a produrre altrove. Quello che molti colleghi non capiscono è quanto lavoro locale stiamo perdendo». Zbur ha definito la proposta “un programma per il lavoro”, non un regalo alle major: «Non è un’esenzione dalle tasse. Tiene la gente nelle proprie case, fuori dalla disoccupazione. Se non lo facciamo ora, ci costerà molto di più».
Tra i presenti anche il CEO della Recording Academy Harvey Mason Jr., Colleen Bell della California Film Commission e Philip Sokoloski dell’ufficio FilmLA, tutti concordi nel denunciare la fuga di lavorazioni di postproduzione e musica. I produttori Peter Rotter e Jasper Randall hanno riferito che i giorni di registrazione per colonne sonore a Los Angeles sono passati da 127 nel 2022 a soli 11 nel 2025. Registrare una colonna sonora costa oggi due terzi in meno a Vienna e il 90% in meno a Bratislava.
«Anche quando si girava altrove, la post tornava sempre in California. Ma ormai non è più così», ha dichiarato Karen Baker Landers, due volte premio Oscar, sottolineando la necessità di includere la postproduzione tra le attività agevolate: «Effetti visivi, suono, montaggio, musica… tutto sta migrando fuori per inseguire gli incentivi fiscali». Il governatore Gavin Newsom ha proposto di raddoppiare il tetto degli attuali incentivi, mentre due disegni di legge in discussione puntano ad ampliare la platea dei progetti beneficiari, comprese serie brevi, animazione e contenuti non-scripted. Ma secondo i promotori dell’evento, gli incentivi da soli non basteranno.
Fonte: THR
© RIPRODUZIONE RISERVATAIn caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it