Norme: finanziamenti, reference system e product placement nel Decreto Urbani sul cinema

Finanziamenti pubblici, reference system, product placement sono solo alcuni dei punti nodali del decreto legge sul cinema voluta dal ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giuliano Urbani e che è stato approvato venerdì dal Consiglio dei ministri. Ma cosa cambierà per il mondo del cinema? Per quanto riguarda i finanziamenti, come ormai noto, il Decreto stabilisce che la quota massima finanziabile per un film di interesse culturale nazionale non può superare il 50%. Molto importante per il ministero è il meccanismo del reference system che stabilisce una serie di parametri e di caratteristiche che le case di produzione dovranno avere per accedere ai finanziamenti. I criteri non sono stati ancora definiti (si attendono per questo i decreti attuativi) ma sono stati già definiti tre parametri di fondo: qualità dei film precedentemente realizzati dal produttore; stabilità dell’attività cinematografica e solidità dell’impresa. Il decreto, inoltre, stabilisce che, almeno il 30% della spesa complessiva dei film finanziati, sia investito in Italia. Per quanto riguarda la nazionalità italiana, un criterio vincolante è la lingua anche se sono previste deroghe per motivi artistici e per le coproduzioni: potrà essere definito italiano un film che sia coprodotto almeno per il 20% da una società italiana. Rispetto al testo del decreto emanato il 28 agosto, viene modificato il ruolo di Cinecittà Holding cui viene affidata solo la banca dati del reference system. La gestione finanziaria del fondo sarà a cura del ministero tramite appositi organismi e mediante convenzioni con istituti di credito. Nella fase transitoria di 12 mesi, rimane operativa la Bnl. Confermata anche l’introduzione del product placement, ovvero la possibilità di mostrare marchi di aziende all’interno dei film. Infine l’apertura di nuove sale; per gli esercizi fino a 1.800 posti decideranno le Regioni con regolamenti ad hoc mentre sopra i 1.800 posti la decisione spetterà al ministero, previo parere vincolante della consulta territoriale.

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