Prosegue il botta e risposta sulla crisi di Cinecittà, i cui bilanci del 2022 e 2023 sono stati revisionati da PWC, società che ha rilevato un buco di circa 8 milioni di euro e sul quale ora anche il Ministero della Cultura vuole vederci chiaro. In un comunicato, il MiC ha infatti reso noto di aver chiesto al CdA degli studios di «svolgere ulteriori approfondimenti circa l’esistenza di eventuali danni addebitabili a responsabilità degli amministratori». Non si è fatta attendere la replica di Nicola Maccanico.
L’ex AD di Cinecittà, tramite un comunicato riportato da Ansa, dichiara: «Prosegue il tentativo di riscrivere la recente storia di Cinecittà attraverso interpretazioni contabili opinabili con la finalità di ottenere dall’azionista quelle risorse che l’azienda non riesce più a raccogliere sul mercato innanzitutto a causa della sopravvenuta e perdurante incertezza sul tax credit. Interpretazioni che tra l’altro contestano bilanci regolarmente approvati dall’intero Cda, dal collegio sindacale, dal socio e certificati da una primaria società di certificazione come EY. Interpretazioni che insinuano comportamenti illeciti e che non possono più essere tollerate».
Motivo per cui Maccanico, che pochi giorni fa aveva addossato la responsabilità di eventuali buchi ai ritardi del tax credit, ha annunciato di voler subito agire per difendersi: «Sono quindi stato costretto a dare mandato ai miei legali di valutare le azioni più opportune per tutelare la mia reputazione ed accertare gli eventuali danni che mi sono stati arrecati da questa vicenda».
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