Nicola Maccanico: «Non inizierò la mia collaborazione con Fremantle»

Passo indietro dell'ex ad di Cinecittà, che in una lettera aperta spiega i motivi che lo hanno portato, a pochi giorni dalla nomina, a rinunciare al nuovo incarico
nicola maccanicoCr. Ernesto S. Ruscio/Getty Images

Colpo di scena nella vicenda che ha portato, solo pochi giorni fa, Nicola Maccanico ad assumere il ruolo di CEO di Fremantle Italy Group. L’ex ad di Cinecittà si era unito alla società britannica che si occupa di produzione e distribuzione televisiva di proprietà di RTL Group con un incarico ad hoc, dal quale avrebbe dovuto supervisionare le attività italiane del gruppo e il suo ricco portfolio di società, che conta al suo interno Wildside, The Apartment Pictures, Lux Vide e Fremantle Italia. Tuttavia, con una lettera aperta inviata a Dagospia ha annunciato un passo indietro. A portare alla rinuncia all’incarico, a quanto pare, sono state le polemiche relative all’ultimo bilancio di Cinecittà, della quale Nicola Maccanico è stato amministratore delegato fino a giugno scorso. È emersa una presunta nota di credito da 3 milioni di euro in favore di Fremantle e da qui lo scoppio del caso. Nella lettera, l’ex ad spiega le ragioni del passo indietro e, nel dettaglio, i termini dell’accordo commerciale. Il testo:

Caro Dago,

Come sai, ho voluto stare fuori dalle polemiche successive alle mie dimissioni da Cinecittà, ritenendo che il lavoro fatto e riflesso nei numeri del triennio, e la trasparenza che lo ha contraddistinto, fossero una risposta sufficiente ad eventuali illazioni.

Ora, però, visti i toni di una narrazione, che sembra tesa ad alludere a pratiche improprie o inopportune, sono obbligato a puntualizzare e richiamare alcuni elementi di verità, facilmente documentabili, per la stessa trasparenza di attitudine e comportamento di cui sopra (i bilanci di Cinecittà, come sai, sono certificati e pubblici e gli accordi di una SpA sono protocollati e messi a disposizione dei CdA delle società coinvolte in varie occasioni)

Rispetto a quanto riporti sui conti in flop di Cinecittà lasciati dalla mia gestione, non posso che ricordarti che l’ultimo bilancio riferibile al mio mandato, 2023, ha chiuso con in utile di 1.8 milioni, associato ad un fatturato da attività commerciali di 43 milioni di euro (pari a quasi quattro volte la media dei bilanci degli anni precedenti al mio incarico e ricostituendo il patrimonio netto della società), in crescita del 10% rispetto al fatturato dell’anno 2022, anch’esso piuttosto eccezionale nella storia degli iconici studi.

Circa il rapporto contrattuale tra Fremantle e Cinecittà, credo sia necessario chiarire la natura e i termini dell’accordo commerciale, stilato nel marzo 2022 e lasciato in dote all’attuale management.

Si tratta di un accordo commerciale piuttosto straordinario nella sostanza, visto che ha generato oltre 50 milioni di euro di fatturato per Cinecittà in circa un anno e mezzo, ma piuttosto banale nella forma e nel funzionamento per chiunque abbia fatto industria: è un accordo quadro pluriennale e non unico nel suo genere, visto che durante il mio mandato abbiamo stilato accordi anche con altri gruppi internazionali. Il contratto prevede, come è comune in casi come questo uno sconto sul volume delle attività. A questa clausola, si riferisce la nota di credito di cui si legge sulla stampa. In essenza uno sconto che cresceva sulla base del fatturato raggiunto regolato puntualmente dal contratto originale: quindi più soldi venivano spesi e più sconto veniva concesso. Ed il consuntivo di un 2023 particolarmente di successo ha generato la nota di credito in oggetto, nulla che non fosse regolato dagli accordi in essere.

Basta quindi leggere i numeri per comprendere il ruolo cruciale che Fremantle e questo accordo hanno avuto nel rilancio degli Studi di Cinecittà, consentendo alla società pubblica non solo di tornare in utile, ma di posizionarsi nuovamente nel panorama internazionale. Fremantle ha riportato a Cinecittà non solo molto fatturato (come nessun altro cliente nella storia degli studi) ma straordinario prestigio, grazie ai film e alle serie di registi come Roland Emmerich, Joe Wright, Luca Guadagnino, Saverio Costanzo, Paola Cortellesi, solo per citarne alcuni.

Infine, è quindi piuttosto chiaro che la realtà dei fatti e della relazione tra Cinecittà e Fremantle, renderebbero compatibile il nuovo incarico con il mio percorso professionale precedente, non avendo Cinecittà esercitato alcun potere sulla stessa Fremantle.

Detto questo, in considerazione del clima ostile che ha circondato sia le mie dimissioni da Cinecittà e ora anche la mia nuova nomina, con l’obiettivo di sgombrare il campo da qualunque potenziale equivoco e da ingiustificate illazioni, ho deciso di non iniziare la mia collaborazione con il gruppo Fremantle.

Fonte: Dagospia

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