Nessun passo avanti verso la parità di genere, quantomeno non a Hollywood. Stando all’ultima ricerca realizzata sulla presenza di registe donne nell’industria cinematografica dal Center for the Study of Women in Television and Film alla San Diego State University, i numeri sono o in pari o addirittura calati se si considerano i film con più incasso nell’anno appena trascorso.
Nello specifico, la quota di registe donne tra i primi 250 incassi al botteghino domestico vale il 16% del totale, stessa cifra del 2023. Cala invece la percentuale se si prende in considerazione la Top 100 dei film più popolari: solo l’11% è diretto da donne, cifra in calo in tre punti rispetto allo scorso anno. Senza un fenomeno al femminile come Barbie di Greta Gerwig, per trovare la prima regista donna nella Top 100 degli incassi dobbiamo scendere fino al 17° posto di Venom: The Last Dance di Kelly Marcell, per quanto riguarda il box office Usa, che quantomeno rientra invece tra i primi 10 film mondiale. Poi, il nulla: thriller come Babygirl di Halina Reijne e Love Lies Bleeding di Rose Glass non hanno sfondato al botteghino e così non ha fatto The Substance di Coralie Fargeat, pur protagonista a Cannes e nella prossima stagione dei premi.
Martha Lauzen, autrice dello studio ha così commentato i risultati dell’anno: “Gli straordinari successi ottenuti da donne di alto profilo negli ultimi anni – tra cui Greta Gerwig, Jane Campion e Chloé Zhao – non si sono tradotti in opportunità per un maggior numero di donne. La visibilità per poche non ha generato occupazione per molte“.
Secondo la ricerca, nel 2024 sono aumentate le donne impiegate come direttori della fotografia, sceneggiatori e produttori. Le donne rappresentano il 12% di tutti i direttori della fotografia impiegati nei 250 film più importanti del 2024, con un miglioramento del 5%. Rappresentano anche il 20% degli sceneggiatori che lavorano in quei film, con un aumento del 3%, e costituiscono il 27% di tutti i produttori, con un aumento di un punto percentuale. Tuttavia, sono diminuite le donne che hanno lavorato come compositori, montatori e produttori esecutivi. Le donne hanno composto le colonne sonore del 9% dei 250 film di maggior incasso, con un calo del -5%. Hanno rappresentato il 20% di tutti i montatori, con un calo del -1%, e hanno costituito il 22% di tutti i produttori esecutivi, con un calo del -2% rispetto all’anno precedente.
“Questi numeri sono sbalorditivi – ha aggiunto la Lauzen – Potremmo dare la colpa all’ambiente attuale, scosso da contrazioni e consolidamenti, ma Hollywood in generale ha trascinato la questione per decenni“.
Fonte: Variety
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