Enzo D’Alò, dopo ‘Momo alla conquista del tempo’, torna quindi al lavoro con ‘Opopomoz’, il suo nuovo film di animazione che narra la Natività di Gesù in chiave favolistica. Dopo le note vicende che hanno portato alla rottura con la storica socia Maria Fares (con cui aveva prodotto ‘La freccia azzurra’ e ‘La gabbianella e il gatto’) e al passaggio di Lanterna Magica a Medusa, e poi l’esperienza di ‘Momo’ con Cecchi Gori, è l’inizio di una collaborazione con Albachiara e Rai Cinema che l’autore si augura duratura nel tempo. “Ho scontato con ‘Momo’ – ha spiegato a e-duesse – i problemi di Cecchi Gori, amplificati da chi voleva danneggiare il film: bastava vedere in quali sale usciva il film, spesso solo il pomeriggio… Sono contento del rapporto con Albachiara e Rai Cinema, due produttori che lasciano l’autore libero di esprimersi, pur in una corretta logica di mercato in cui, da produttori, seguono e consigliano il regista ma con attenzione e rispetto. Quando Medusa ha iniziato ad avvicinarsi a Lanterna Magica, ho visto cose diverse: comandavano prima ancora di aver preso la società, si muovono in una logica unicamente di ricerca del profitto senza rispetto per l’autore… Ne vengono fuori operazioni come ‘Aida degli alberi’, che nel mio originario progetto aveva le musiche di Verdi rielaborate con sonorità africane, ovvero dei luoghi da cui discende Aida, mentre Medusa ha imposto Ennio Morricone…”. Con ‘Opopomoz’, parola magica senza lingua che sarà il titolo in tutti i territori in cui uscirà il film, si riapre una strada europea per l’animazione italiana: “È una grande coproduzione – commenta D’Alò – ma soprattutto è la scelta di un’animazione europea nei contenuti e nella lavorazione, come ho sempre detto da ‘La freccia azzurra’ in poi. Perché la lavorazione è completamente europea, mentre altri la portano in Corea per risparmiare…”.
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