MIC, bando per realizzare una ricerca sul pubblico cinematografico italiano

La direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura ha pubblicato un bando per la realizzazione di uno studio qualitativo e quantitativo sul pubblico cinematografico italiano

C’è tempo fino al 12 maggio 2022 per partecipare al bando indetto dalla direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura per “la selezione per l’individuazione di un operatore economico destinatario per la realizzazione di uno studio qualitativo e quantitativo sul pubblico cinematografico italiano. Uno studio che, come si legge nel bando dovrà essere “supporto alle politiche pubbliche del settore cinematografico e audiovisivo”.

Una buona notizia perché, come abbiamo più volte ribadito su Box Office (vedi sul numero di Box Office del 15-30 dicembre 2021), la profilazione e lo studio degli spettatori italiani è fondamentale per tutto il settore al fine di ottimizzare l’offerta di cinema in sala, ma anche per rendere più efficaci le campagne marketing. Lo sa bene Universal Pictures che, proprio negli scorsi mesi, ha lanciato ricerca “CinExpert Italia”: report mensile di profilazione del pubblico italiano commissionato alla società francese Vertigo, con la gestione di Ergo Research.

Tornando al bando del Ministero della Cultura, lo studio da realizzare “dovrà analizzare l’attitudine del pubblico alla fruizione dei film in sala e le aspettative relative all’offerta cinematografica, tenendo conto anche degli effetti della prolungata chiusura delle sale a causa dell’emergenza pandemica e approfondendo l’eventuale trasformazione della fruizione a causa del consolidamento delle abitudini di utilizzo in ambito casalingo e della disponibilità più o meno immediata di film su altre piattaforme, delle evoluzioni dei gusti e delle preferenze di consumo anche in termini economici, sociologici, psicologici.
Si richiede una quantificazione della fascia di pubblico che, considerati gli aspetti poc’anzi evidenziati, continua ad andare in sala, rispetto agli spettatori che, post emergenza pandemica, hanno rinunciato a tale abitudine, anche in relazione alla loro disposizione a recuperarla e in base a quali condizioni (tipologia e/o nazionalità delle opere, prossimità e/o stato della sala, ecc.).
Un particolare focus è richiesto in merito all’atteggiamento e alla percezione del pubblico riguardo alla cinematografia italiana rispetto a quella estera (in particolare statunitense ed europea) anche con riferimento ai generi e alle tematiche delle opere, al valore produttivo, al cast artistico, al regista, alla campagna promozionale.
Tale attività di valutazione dovrà essere predisposta per consentire al Ministero della cultura di avere a disposizione i dati e le informazioni necessarie per verificare l’efficacia dello strumento normativo e delle sue misure specifiche, al fine di aggiornare tali misure e meglio adattarle agli obiettivi della legge n. 220 del 2016 ed alle esigenze del settore”.

L’incarico avrà durata pari a 3 mesi e ha un valore massimo stimato complessivamente in 130mila euro.

Possono partecipare: imprenditori individuali e società, anche cooperative; raggruppamenti temporanei tra imprese e consorzi; università e centri di ricerca; associazioni professionali.

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