Il Ministero della Cultura starebbe valutando il reinserimento dell’obbligo di reinvestimento nell’industria cinematografica e audiovisiva italiana. Lo si apprende dalle parole del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, espresse alla commissione Cultura della Camera durante un’interrogazione di Elisabetta Piccolotti.
La deputata ha chiesto chiarimenti sulle misure contenute nel nuovo decreto per il Tax Credit Cinema e Audiovisivo, le cui modifiche hanno portato allo slittamento dell’udienza al Tar del Lazio prevista per inizio marzo. Mazzi, rispondendole, ha annunciato che il Mic «sta valutando la reintroduzione dell’obbligo di reinvestimento, in base al quale il produttore beneficiario dei crediti di importa è tenuto a reinvestire una quota dei proventi dell’opera, solo dopo che siano stati coperti i costi ed entro cinque anni dalla data di riconoscimento del beneficio».
Tali soldi andrebbero investiti nuovamente nello sviluppo, produzione e distribuzione di una o più nuove opere considerate “difficili” (come ad esempio quelle di giovani autori o a basso budget). Ha detto Mazzi: «In tal modo si mira ad assicurare che le risorse pubbliche possano fungere da moltiplicatore per produrre e sostenere nuove opere».
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