Di seguito un estratto dell’intervista a Massimiliano Orfei, amministratore delegato di Vision Distribution, pubblicata su Box Office del 15-30 marzo (n. 5-6). Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

(© Riccardo Ghilardi/courtesy of Vision Distribution)
A Sorrento il vostro listino è parso a molti il migliore nella storia di Vision Distribution. Il virtuoso rapporto tra i produttori soci ha raggiunto la piena maturità?
Sì anche se direi che il rapporto ha raggiunto una “prima maturità”. Stiamo lavorando per crescere ancora e quanto visto a Sorrento è solo l’inizio. Come ho sempre detto, serve una giusta dose di ambizione per raggiungere risultati importanti. Il rapporto con i soci produttori è vincente ma stiamo ancora solo scaldando i motori.
A differenza di alcuni suoi colleghi, lei non ha mai avuto paura di affermare la necessità di portare film in sala nonostante le difficoltà, tanto da confermare gran parte delle uscite targate Vision. Un gesto cavalleresco verso l’esercizio, o una convinzione strategica?
Pur riconoscendo un valore alla cavalleria, le nostre decisioni sono frutto di un disegno strategico ben preciso che vede nella sala un presidio da tutelare nell’interesse nostro e del mercato. L’alternativa sarebbe stata quella di attendere tempi migliori, con conseguenze disastrose per tutti. Per noi è essenziale mantenere vivo il legame con le sale e immettere sul mercato film che possano successivamente andare su Sky in tempi ragionevoli. Ci sono diversi fattori in gioco: una visione strategica, ma anche la necessità di soddisfare i fabbisogni del nostro azionista di riferimento.

Miriam Leone e Pierfrancesco Favino in Corro da te di Riccardo Milani (© Claudio Iannone/courtesy of Vision Distribution)
Un suo mantra è: “i servizi streaming sono un player complementare di cui non bisogna avere paura”. Ci spieghi meglio il suo pensiero.
Attraverso le piattaforme il pubblico viene ulteriormente educato e incentivato al consumo di prodotto audiovisivo. È un fenomeno da cui il cinema può solo trarre benefici. Inoltre, i servizi streaming sono in diretta concorrenza tra loro, avendo come unico scopo quello di conquistare il maggior numero di abbonati. E per quanto le piattaforme possano investire per assicurarsi film in esclusiva che bypassino la sala, queste non sono nelle condizioni di assicurare un’offerta completa e inesauribile di prodotto cinematografico. Devono arricchire il catalogo con titoli non in esclusiva e realizzati da produzioni che trovano nelle sale il loro primo canale distributivo. Per questo le piattaforme hanno tutto l’interesse affinché le sale non scompaiano, anche perché si rendono conto che i film acquistano valore soprattutto attraverso il passaggio sul grande schermo. A fare la differenza, quindi, saranno quei servizi che, oltre a offrire produzioni Original, avranno in catalogo anche i titoli usciti al cinema, magari co-finanziati dalle stesse piattaforme.
Parlando di window, come va protetta oggi l’esperienza cinematografica?
Sicuramente oggi si rende indispensabile una finestra di protezione, e mi riferisco a una window con margini di flessibilità importanti. Il rischio, altrimenti, è quello di ingessare i modelli senza poter modificare velocemente le proprie azioni a causa di ferrei vincoli normativi. Servirà una finestra più breve rispetto al passato, differenziata per tipologia di prodotto, in grado di garantire una protezione intelligente della sala senza congelare il prodotto troppo a lungo prima degli sfruttamenti successivi.

Non sono quello che sono di e con Edoardo Leo (© courtesy of Vision Distribution)
Ritiene che si andrà verso una Legge che assicuri un’uniformità di trattamento per il prodotto italiano come per quello internazionale?
È una delle opzioni sul tavolo.
Nelle feste di Natale e Capodanno, Vision è stata protagonista con diversi film. Come giudica i risultati ottenuti?
Sono molto soddisfatto di tutti i nostri film. Chi ha incastrato Babbo Natale? ha affrontato le feste proprio durante la risalita della curva pandemica, uscendone meno ammaccato di altri titoli. Certamente l’obbligo di indossare la ffp2 appena prima di Natale ha penalizzato tutti nei giorni potenzialmente più redditizi, ma nel complesso sono contento. Anche Belli ciao ha registrato risultati importanti, grazie a due nuovi talenti – coadiuvati dal regista Gennaro Nunziante – che possono dare molto al nostro cinema. E considerato il difficile contesto attorno alla release, America Latina è stato un outsider degno di nota.
Guardando avanti, in quali titoli in arrivo sul grande schermo confida di più?
Abbiamo moltissimi film in arrivo. Corro da te ha tutto il potenziale per imporsi con forza al box office, ma vorrei citare anche Siccità di Paolo Virzì, Io sono l’abisso di Donato Carrisi, War – La guerra desiderata di Gianni Zanasi, Non sono quello che sono di Edoardo Leo, Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, e Buon viaggio ragazzi di Riccardo Milani e con Antonio Albanese. Sono titoli che siamo convinti daranno grandi soddisfazioni in sala.
L’impressione esterna è che la pandemia non abbia semplificato il rapporto tra esercizio e distribuzione, incrementando l’astio tra le due parti. È una percezione distorta?
No, in parte è ciò che è avvenuto. Ma del resto, in una situazione così complessa è…».
Per leggere il testo integrale, scaricare l’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.
In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it