Marco Belardi e le ambizioni di Bamboo Production

Dopo l'uscita da Lotus, Belardi mette a frutto il suo know-how e s'imbarca in una nuova avventura produttiva che lo vedrà realizzare film, serial, intrattenimento e documentari per cinema, streaming e Tv

Di seguito un estratto dell’intervista a Marco Belardi, Ceo e Founder di Bamboo Production, pubblicata su Box Office del 30 agosto-15 settembre (n. 14-15). Per leggere il testo integrale clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.

Dopo aver fondato nel 2004 Lotus Production – acquisita dieci anni dopo da Leone Film Group – e averla guidata con successo fino al 2022, Marco Belardi ha deciso di mettere a frutto il suo know-how e di dare vita a una nuova società: Bamboo Production. Un progetto ambizioso che lo vedrà realizzare film, serial, documentari, intrattenimento e molto altro per cinema, streaming e Tv, avviando le prime produzioni nel 2023 e incrementando il volume delle produzioni nel giro di due o tre anni. «La linea editoriale di Bamboo Production è quella che mi contraddistingue da sempre e riguarda la costruzione di film per il grande pubblico», spiega il Ceo e founder Marco Belardi. «Mi piace realizzare una forma di intrattenimento capace di andare incontro ai gusti di un pubblico ampio, sia che si tratti di commedie, sia di drama, storie vere o quant’altro. Faccio da sempre questo lavoro con l’obiettivo di intrattenere, nel senso più ampio del termine, realizzando progetti in cui credo profondamente e che ritengo possano piacere a tanti. Le destinazioni finali dei nostri progetti sono tra le più ampie e riguardano cinema, streaming e Tv. I nostri sviluppi, infatti, spaziano dai film ai serial, dai documentari alle docuserie, dall’intrattenimento ai podcast. Stiamo realizzando tanti titoli su ogni fronte, coadiuvati anche da una writing room – grande e importante novità della Bamboo Production – composta da otto giovani sceneggiatori, tra i 23 e i 30 anni, individuati tramite le università, i premi e i progetti di successo firmati dalle nuove leve. L’esperimento della writing room prevede contratti di 6 mesi per valutare il lavoro dei giovani sceneggiatori, sia da soli che in team, nella speranza di scoprire nuovi importanti penne di domani, oltre che idee fresche e innovative».

(© iStock)

Avete già in cantiere alcuni progetti? Quando uscirà il vostro primo titolo?
In questi primi mesi abbiamo sviluppato tantissimi progetti che stiamo presentando ai nostri partner distributivi riscuotendo molto interesse. Nel dettaglio, alcuni dei nostri progetti sono già passati a un secondo step di realizzazione grazie all’attivazione da parte di partner distributivi come Rai Fiction, Paramount, Netflix, Medusa/Mediaset e Sky. Tra i principali titoli in fase di produzione, abbiamo la serie di Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e le miniserie sulla vita di Franco Califano e Patty Pravo.

Qual è la struttura organizzativa di Bamboo Production e da chi è composta? Ci sono altri soci?
Bamboo Production è attualmente una produzione italiana indipendente, anche se abbiamo ricevuto numerose proposte di partnership che stiamo valutando.

Valuterete anche coproduzioni con soggetti internazionali?
Assolutamente sì, lo stiamo già facendo ma solo su grossi progetti di respiro internazionale.

Avete già accordi in essere con talent o società?
Stiamo chiudendo accordi quadro con alcuni registi: il giovane e talentuoso Fabio Mollo, Michele Alhaique e altri importanti talent che presenterò più avanti.

Marco Belardi (© courtesy of Bamboo Production)

Quali sono le vostre previsioni di crescita per il futuro?
Grazie ai rapporti già consolidati con diversi broadcaster, intendiamo partire con le prime produzioni nel 2023 per crescere velocemente nel volume delle produzioni nel giro di due/tre anni.

Il cinema italiano continua a faticare al box office. Quali sono, secondo lei, le ragioni di questa disaffezione del pubblico verso il prodotto nazionale?
Sicuramente noi produttori siamo responsabili del prodotto che abbiamo offerto al pubblico negli ultimi anni. Un’offerta che ha portato gradualmente i nostri spettatori ad allontanarsi dalla fruizione del prodotto italiano in sala. È innegabile, però, che le chiusure degli ultimi due anni dovute al Covid e la proliferazione di contenuti disponibili in streaming hanno accelerato il processo di allontanamento dalle sale, complice anche l’accessibilità sempre più ampia a sistemi di intrattenimento domestico che permettono di vedere un’enorme quantità di prodotto ad altissima definizione.

Ritiene che si producano troppi film per la sala?
Sì. In un momento come questo andrebbero realizzati meno film ma…

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