Questa mattina Warner ha aperto le convention delle giornate di cinema Ciné che si chiudono oggi a Riccione. Nicola Maccanico, Managing Director Theatrical & Strategic Marketing della major ha iniziato la convention con una riflessione sul mercato: “Vorrei condividere alcuni dati che ci devono far riflettere. Negli ultimi tre anni il numero di film è passato dai 364 del 2012 ai 453 del 2013 e il trend di crescita sta continuando anche nel semestre. Altro dato allarmante: il 46% dei film usciti rappresenta il 93% del box office; questo vuol dire che c’è un 54% dei film che ottengono solo il 7% del totale. Si sta erodendo anche il moltiplicatore medio dell’incasso che un film ottiene nel primo week-end; nel 2012 il moltiplicatore era di 3,1; nel 2013 di 2,9 e nei primi sei mesi del 2014 di 2,6”. Ha continuato il manager Warner: “In un mercato sostanzialmente piatto, c’è da preoccuparsi: senza far la morale a nessuno, se non mettiamo un freno a questo trend, non riusciamo a valorizzare il prodotto e, anzi, diminuiamo il valore; la nostra capacità di valorizzare i film è inferiore al valore degli stessi”. Per il Managing Director, per far crescere il mercato “le soluzioni sono abbastanza evidenti: dobbiamo allungare la stagione. Dobbiamo passare a una stagione reale di 11-12 mesi: che non vuol dire solo mettere i film a giugno e luglio, ma posizionare i film italiani tutto l’anno. Il cinema italiano, altrimenti, rischia di essere più un tappo che un’opportunità. Allungare la stagione significa collaborare: è vero che i distributori non articolano film durante tutto l’anno, ma come si può smontare ‘Jersey Boys’ al secondo weekend nella penuria attuale del mercato? Cosa si può fare? Discutere e cercare di trovare insieme formule di collaborazione, con coraggio: abbiamo perso il gusto del rischio, che è alla base del costruire”. Nicola Maccanico ha parlato anche della Festa del cinema: “Un esempio di come cerchiamo di innovare senza coraggio è la Festa del cinema, che nasce come modo per cercare di attirare nuovo pubblico. Nel primo anno ha dato risultati molto chiari; in un periodo debole e con poca comunicazione, ha funzionato quando è arrivato ‘Il grande Gatsby’. L’anno dopo l’abbiamo ripetuta nello stesso modo. La festa va fatta quando ci sono i film e tutti dobbiamo rischiare insieme. Se non lavoriamo così, sarà impossibile sviluppare il mercato”. Ha concluso poi il manager: “A livello associativo sento discorsi molto corretti, tra rapporti con le tv e richiesta di Iva agevolata; ma la prima cosa è cercare di trovare nuovo pubblico. La domanda che dobbiamo porci è: noi ci crediamo che il nostro prodotto può conquistare nuovi spettatori? Come diceva una pubblicità, credi in te stesso altrimenti nessuno ci crederà: è così anche per noi, se non ci crediamo il pubblico non ci crederà. Il prodotto deve continuare a fare la differenza ma dobbiamo assumerci la capacità di rischiare; ci sono grandi professionisti e grandi appassionati, e il pubblico è più intelligente di quello che pensiamo. Rimettiamo lo sviluppo del mercato e l’allungamento della stagione al centro dell’agenda. I nostri clienti sono il pubblico. Noi il coraggio cercheremo di non farcelo mancare”.
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