Luigi Lonigro: «Abbattere le vecchie mura»

Guardando al futuro, il direttore di 01 Distribution e presidente dell’unione editori e distributori Anica confida in una rinnovata progettualità tra distribuzione ed esercizio

Di seguito un estratto dell’intervento di Luigi Lonigro, direttore di 01 Distribution e presidente dell’unione editori e distributori Anica, pubblicato sul numero speciale di Box Office del 15-30 gennaio (n. 1-2), realizzato in occasione dei 25 anni della rivista. Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

«Viviamo un momento in cui l’incertezza regna sovrana e caratterizza ogni azione della nostra giornata e della nostra vita, e questa condizione per noi distributori, che viviamo di programmazione a medio-lungo termine, è un handicap terribile», scrive sulla rivista Box Office Luigi Lonigro, direttore di 01 Distribution e presidente dell’unione editori e distributori Anica. «Abbiamo già vissuto per ben due volte sulla nostra pelle false ripartenze a cui poi sono seguite improvvise totali chiusure che hanno arrecato danni molto pesanti al segmento theatrical. Oggi ci sforziamo di pensare positivo, anche se l’andamento altalenante della pandemia, insieme al presentarsi di nuove varianti, ci allontana dall’agognato “ritorno alla normalità” destandoci non poche preoccupazioni. Ma dobbiamo continuare ad andare avanti con determinazione, nella speranza che le scelte e le indicazioni dell’ISS possano metterci in una posizione di maggiore tranquillità sanitaria e possano consentire al pubblico di continuare come e più di prima a frequentare i luoghi di spettacolo. Siamo senza dubbio uno dei territori europei più in difficoltà dopo l’ultima riapertura, con dati di box office – salvo qualche eccezione – bassi e ancora preoccupanti, nonostante gli sforzi di tutta la filiera e l’imponente campagna di comunicazione sul ritorno in sala messa in piedi dal MiC. Per ora il raffronto con i territori a noi comparabili è sconfortante e dovremo far di tutto affinché la risalita della china possa essere più veloce possibile.

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La sensazione è che, a differenza dei principali Paesi europei, in Italia il pubblico abbia più timore a tornare in sala, nonostante i nostri protocolli sanitari siano fra i più severi in assoluto. È come se stessimo vivendo in un mondo a due velocità in cui diverse nazioni vedono le sale stracolme di spettatori nonostante l’alto numero di contagi e i tanti morti, mentre altre come la nostra, molto più virtuose e attente, pertanto più sicure, faticano a tornare alla normalità. Un assoluto paradosso difficile da decifrare e giustificare. Le piattaforme sicuramente hanno modificato il gusto degli spettatori e soprattutto la modalità di fruizione del prodotto, ma siamo ancora agli albori di un’era di grandi cambiamenti che dovremo assecondare e sfruttare per rendere il nostro mercato più moderno ed accattivante. Certamente le modalità di sfruttamento del prodotto stanno cambiando e si affermano sempre più le sale capaci di parlare al proprio pubblico in un modo nuovo e più impattante. La forbice dei risultati fra chi è riuscito a fare il famoso passo in avanti e gli altri si è ulteriormente allargata e il pubblico premia sempre più il prodotto originale ed innovativo, così come predilige le sale più accoglienti e comode e che sono riuscite ad intercettare per prime i nuovi linguaggi di comunicazione e di presentazione del prodotto.

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Non siamo più in presenza di un mercato uniforme e condizionato solo dall’area geografica o dalle capienze delle sale e i segnali più forti arrivano proprio da strutture cittadine che, grazie ad una nuova modalità di comunicazione fortemente innovativa, stanno realizzando dei numeri alla pari se non superiori alle sale da sempre campioni di incasso. Qualcosa sta cambiando, sta accadendo in fretta e noi dovremo cavalcare questo cambiamento per il bene e per il futuro della nostra industria. Credo fortemente che stia nascendo un nuovo modo di fare esercizio e di fare distribuzione e che le nostre attenzioni non debbano più essere concentrate sempre sulle solite sale o sulle solite città, ma debbano andare a individuare e premiare chi crea plusvalore, dovunque esso sia. Il pubblico si è completamente assuefatto alle vecchie forme di trade e trailering a cui non reagisce più come un tempo e bisogna cercare…».

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