L’amica geniale, storia di un successo (non proprio) annunciato

Tratta dalla quadrilogia di Elena Ferrante, la serie L’amica geniale si avvia alla conclusione con la messa in cantiere della quarta e ultima stagione. Ecco i retroscena e i numeri del primo original non anglofono della HBO, che ha conquistato anche gli Stati Uniti nonostante le perplessità di molti su quella storia troppo realista e parlata in dialetto

Di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Box Office del 15-30 maggio (n. 9-10). Per leggere il testo integrale clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.

Anno 2018: la prima stagione de L’amica geniale è alle porte, ma secondo parte della stampa americana, con quell’esordio, l’emittente americana HBO si sta assumendo «un rischio». Perché anche se la quadrilogia di Napoli, firmata dalla misteriosa scrittrice Elena Ferrante – venti milioni di copie vendute nel mondo, traduzioni in 47 lingue – ha ottenuto ottimi riscontri negli Stati Uniti (2,6 milioni di copie, per la casa editrice Europa Editions), coprodurre una serie italiana, in dialetto napoletano e con attrici non professioniste, agli analisti pare più un azzardo che una trovata, appunto, geniale. Dopo aver partecipato nel 2016 alla coproduzione internazionale della serie, italianissima The Young Pope ma girata in inglese, di Paolo Sorrentino, con l’adattamento da Ferrante HBO scommette sul suo primo original non anglofono. E il timore è che la storia neorealista di Elena Greco e Raffaella Cerullo, che Ferrante ambienta in un rione popolare della Napoli anni Cinquanta, non abbia la forza di rottura di una serie come Narcos di Netflix, riuscita a imporsi nel 2015 sul mercato americano nonostante fosse girata in lingua spagnola.

©Eduardo Castaldo

Anche l’impegno economico, seppure imparagonabile a quello di prodotti come Il trono di spade (nel 2018 al picco di popolarità), mette L’amica geniale nell’area del rischio: con 150 attori, più di 5.000 comparse, un intero quartiere di Napoli da ricostruire e 29 settimane di lavorazione, la serie – budget non ufficiale di 30 milioni – si propone come uno dei progetti più ambiziosi mai realizzati in Europa. E tuttavia il team di coproduttori, HBO Entertainment, Rai Fiction, TimVision e Umedia, con Fandango e Wildside, non si lascia scoraggiare: il primo blocco da otto episodi viene trasmesso il 18 novembre 2018 da HBO e nove giorni più tardi da Rai 1 e TIM Vision, dopo il passaggio delle prime due puntate alla 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. I Paesi che trasmettono le avventure di Lila e Lenù, in tutto, sono 56, tra cui Francia e Africa francofona (Canal+), Inghilterra (Sky Atlantic), Spagna, Scandinavia ed Europa orientale (HBO Europe), Belgio (VRT) e Turchia (Digiturk).

©Eduardo Castaldo

Il risultato? Un trionfo. Fenomeno televisivo in Italia, campione di ascolti con una media di 6 milioni 941.500 spettatori (il 65% donne), la prima stagione de L’amica geniale conquista anche critica e pubblico internazionale, con un riscontro particolarmente positivo negli Stati Uniti. Un consenso favorito dal lavoro “sul campo” della executive producer Jennifer Schuur (Hannibal, Hostages), arruolata dai coproduttori americani come vera e propria mediatrice culturale: «Jennifer ha aiutato gli scrittori italiani (Laura Paolucci e Francesco Piccolo, ndr) a rendere gli elementi storici e culturali del romanzo comprensibili globalmente – spiega nel 2019 a Hollywood Reporter Christian Vesper, direttore creativo del “global drama” di Fremantle Media – come per esempio il ruolo giocato dal comunismo nella storia. Gli americani sono abituati a…

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