La WGA sul piede di guerra contro le AI: «Gli studios non fanno niente»

Il sindacato protagonista degli scioperi del 2023 accusa gli studios di Hollywood di non agire per tutelare il loro lavoro dal "furto" in corso ad opera delle tech company
wga ai studiosCr. Mario Tama/Getty Images

La Writers Guild of America (WGA), la sigla sindacale degli sceneggiatori che ad aprile 2023 ha indetto lo sciopero che ha dato il via alla paralisi di Hollywood le cui conseguenze si sono sentite anche al botteghino di quest’anno, è di nuovo sul piede di guerra. In una dura lettera indirizzata agli studios, accusano le produzioni di non fare abbastanza per impedire quello che definiscono come furto e plagio.

La lettera è stata indirizzata a Bob Iger (Disney), Jennifer Salke (Amazon MGM), Donna Langley (NBCUniversal), Ted Sarandos (Netflix), il trio George Cheeks, Chris McCarthy e Brian Robbins (Paramount), Ravi Ahuja (Sony) e David Zaslav (Warner Bros.). Il punto di partenza è un articolo del 18 novembre dell’Atlantic, che ha evidenziato come «Non ci siano dubbi che a Hollywood stiano dando potere alle AI nella scrittura».

La WGA accusa: «Le aziende tecnologiche hanno saccheggiato la proprietà intellettuale degli studios, una vasta riserva di opere create da generazioni di lavoratori del sindacato, per addestrare i loro sistemi di intelligenza artificiale. Avendo accumulato miliardi di capitale su questa base di furto all’ingrosso, queste aziende tecnologiche cercano ora di rivendere agli studios servizi ad alto prezzo che plagiano le opere rubate create dai membri della WGA e dai lavoratori di Hollywood».

E ancora: «Gli studios, in quanto detentori del copyright delle opere scritte dai membri della WGA, non hanno fatto nulla per fermare questo furto. Hanno permesso alle aziende tecnologiche di saccheggiare intere biblioteche senza autorizzazione o compenso. L’inazione degli studios ha danneggiato i membri della WGA». Tutto questo a un anno dalla ratifica del nuovo contratto collettivo che avrebbe dovuto tutelare il lavoro degli sceneggiatori dall’avvento delle AI generative.

Contratto che viene per l’appunto citato nella lettera: «Richiede espressamente agli studios di difendere i propri diritti d’autore per conto degli scrittori. L’articolo 50 dell’MBA stabilisce che gli studios detengono “in via fiduciaria” i diritti riservati a determinati autori di opere originali […] Gli studios hanno l’obbligo fiduciario di proteggere dall’uso non autorizzato delle opere a fini di addestramento dell’IA». La WGA termina così il proprio j’accuse: «È ora che gli studios si mettano in disparte. Dopo aver trascorso decenni a combattere la pirateria, l’industria non può stare a guardare mentre le aziende tecnologiche rubano intere librerie di contenuti per il proprio tornaconto economico. Gli studios dovrebbero intraprendere immediatamente un’azione legale contro qualsiasi azienda che abbia utilizzato le opere dei nostri membri per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale».

Fonte: Variety

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