La stampa internazionale celebra il ritorno di Cinecittà

In questi ultimi giorni il Sunday Times e il New York Times hanno parlato del rilancio degli storici studios italiani

Cinecittà sta vivendo un nuovo rinascimento, un ritorno alla grandezza di un tempo quando veniva chiamata la “Hollywood sul Tevere”. Così scrive il Sunday Times di pochi giorni fa in un articolo dedicato al rilancio degli studios italiani nel quale l’ad Nicola Maccanico sottolinea come “questa nuova era è appena iniziata: abbiamo 19 studios e al momento sono tutti occupati”: una domanda fortissima che ha portato alla costruzione di altri cinque nuovi studios entro il 2026. Per Maccanico “stiamo entrando in una nuova era di grande dinamismo. Ancora una volta siamo tornati a essere tra i più importanti studios del mondo”.

E sempre in questi giorni, anche il New York Times ha sottolineato il ritorno tra i “big” di Cinecittà. “Negli ultimi due anni siamo passati da una occupacy dal 30% al 100%” ha ricordato Maccanico, che ha inoltre rimarcato anche l’importanza di avere il più grande schermo ledwall d’Europa (il “T18 Virtual Production Stage”) per ampliare notevolmente le potenzialità cinematografiche di Cinecittà, rendendo sostenibili “sviluppi narrativi che prima sarebbero stati impossibili a causa dei limiti di budget”.

L’anno scorso, Cinecittà ha firmato un accordo quinquennale con la casa di produzione Fremantle per l’affitto continuativo di 6 teatri di posa. Maccanico ha dichiarato di voler sviluppare in futuro partnership simili con “produttori indipendenti, servizi di streaming o – perché no? – altri studios”, aggiungendo: “Ecco perché la crescita è importante, perché ci permette di andare in questa direzione”.

Tra le produzioni che si stanno girando in questo momento a Cinecittà, Queer di Luca Guadagnino, la serie Sky M. Il figlio del secolo diretta da Joe Wright e quella Netflix che adatta il Decameron di Boccaccio.

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