La riforma del Tusma preoccupa i produttori indipendenti: l’allarme di Anica

Nel mirino c'è soprattutto la revisione delle quote di investimento delle piattaforme in film, serie e documentari italiani
anica tusmaCr. Shuttershock

La riforma del Tusma (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) in discussione in Parlamento proprio in questi giorni ha alzato il livello d’allarme soprattutto dei produttori indipendenti che fanno parte dell’Anica. In un documento riportato dall’agenzia stampa Cult, hanno espresso tutte le loro perplessità nei confronti dell’operato delle istituzioni.

Tra i punti più contestati della riforma, la possibile revisione delle quote di investimento in film, serie, documentari italiani da parte delle piattaforme, attualmente obbligate a investire il 20% in opere di produttori indipendenti. Verrebbe inoltre eliminata la norma contenente tutele verso grandi broadcaster e player globali, «con il rischio concreto di lasciare i produttori senza alcuna difesa, a discapito della nostra industria».

Ci si chiede a favore di chi vada questa modifiche della legge, che secondo i produttori rischia solo di  «ridurre il peso dei racconti italiani e favorire le produzioni internazionali». La conferma dell’attuale status quo è fondamentale, non solo per l’industria ma anche «per mantenere il valore dei diritti e la proprietà intellettuale nel nostro paese». Per questo dall’Anica gli indipendenti puntano il dito contro la riforma del Tusma, da coordinare con una nuova legge relativa al tax credit.

La richiesta è chiara: «Il mantenimento delle esistenti quote di investimento obbligatorio, il rafforzamento delle sotto-quote Italia e cinema e l’introduzione della sotto-quota animazione» e che «gli obblighi di investimento siano assolti esclusivamente attraverso forme contrattuali che non li rendano meri produttori esecutivi e che non siano calcolate a questo scopo le spese di distribuzione e promozione» di modo da «mantenere e rafforzare i livelli occupazionali raggiunti negli ultimi anni, garantire l’accesso al settore di giovani imprenditori e nuovi talenti, di sostenere la biodiversità dell’industria audiovisiva italiana».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it