La Mostra di Venezia omaggia Pietro Coccia

La Mostra del Cinema di Venezia rende uno speciale omaggio a Pietro Coccia, l’amato fotografo di cinema scomparso a giugno 2019. Durante il Festival verrà infatti proiettato Pietro Il Grande, il corto-omaggio di Antonello Sarno dedicato al fotoreporter di cinema, una delle presenze più riconoscibili e amate del mondo del cinema italiano e dei festival. Il breve film, Proiezione Speciale alla 78. Mostra del Cinema di Venezia, è un piccolo evento: è la prima volta che un grande festival internazionale dedica a un fotoreporter un simile omaggio

Pietro Il Grande è una produzione Luce-Cinecittà e Agnus Dei – Tiziana Rocca Production, per la regia di Antonello Sarno, con il montaggio di Stefano Farruggia, e una realizzazione SEa – Videoeuropa 2000 srl.

Sinossi

Pietro Coccia (1962-2019) è stato uno dei più talentuosi fotoreporter del cinema italiano durante una carriera durata oltre trent’anni. Pietro il grande è l’omaggio al professionista e all’amico ultratrentennale di tutti i grandi protagonisti del nostro cinema, una carriera ricostruita in circa 400 scatti accompagnati da 8 grandi colonne sonore. Per ricreare – nello spazio di un breve film che abbraccia un artista e un uomo grande – la magia che più di ogni altra è quella propria di una fotografia che riesce a fermare l’incanto del cinema. Come Pietro sapeva fare.

Nota breve del regista Antonello Sarno

«Quando Pietro è scomparso, all’improvviso, da solo, a casa sua, appena rientrato da Cannes 2019, ho pensato immediatamente di rendergli un omaggio approfittando del mio know-how di documentarista sul cinema. Essendo scomparso all’improvviso, come fossimo all’inizio di un mistery purtroppo reale, Pietro ha lasciato una quantità enorme di fotografie, stampe, diapositive, scatti digitali, computer densi di immagini ma senza password. L’amicizia con Pietro, che risale ai banchi di scuola, al Giulio Cesare di Roma, imponeva di affrontare la sfida: guardare decine di migliaia di foto per sceglierne le poche centinaia che sarebbero entrate nel documentario. Per questo ringrazio suo fratello Benedetto e Tiziana Rocca che con pazienza mi hanno accompagnato in questo lavoro».