La window theatrical è il tema più caldo su cui l’intero settore cinematografico italiano sta dibattendo da diverso tempo e su cui fatica ad avere una visione unitaria. Dibattito che spesso porta diversi soggetti a guardare alle lunghissime finestre francesi come al modello a cui anche noi dovremmo aspirare; nei confronti tra gli operatori, le window d’Oltralpe vengo infatti sovente individuate come uno dei fattori principali della ripresa positiva del mercato del cinema in sala francese che, nel 2021, ha registrato +47% sul 2020. La realtà è però ben più complessa, anche perché è parimenti vero che, in altri Paesi europei dove le window sono ben più corte e non regolamentate per Legge ma solo da accordi commerciali, la ripartenza è stata comunque buona: UK +75%, Spagna +45%. Per avere dunque più elementi su cui ragionare sul rapporto tra lunghezza della finestra di esclusiva theatrical e stato di salute delle sale, vi riportiamo una fotografia di come sono regolamentate le window nei principali Paesi del Vecchio Continente: Francia, Regno Unito, Spagna, Germania e Italia.
FRANCIA, FINESTRE “LUNGHE” ED INVESTIMENTI
In Francia un film, dopo essere uscito nelle sale cinematografiche, può avere una seconda finestra di sfruttamento nell’home video fisico (Dvd/Blu-ray) o digitale (transazionale VOD-EST), a partire da 90 giorni dall’uscita se il titolo ha registrato non più di 100.000 presenze dopo 4 settimane. I giorni salgono a 120 se il film ha registrato oltre 100.000 presenze. La terza finestra è quella della Pay Tv (Canal +/-OCS), che parte 6 mesi dopo l’uscita in sala, e ha un’esclusiva di 9 mesi. Da qui si arriva alla quarta finestra, quella dello SVOD, che ha due opzioni: una finestra che parte dai 15 mesi dalla theatrical release (con un periodo di esclusività di 7 mesi) se è stato siglato un accordo con le associazioni dell’industria cinematografica (al momento solo Netflix tra le OTT, lo ha fatto), o che parte dai 17 mesi (con un periodo di esclusività di 5 mesi) per le altre piattaforme senza un accordo (ovvero Prime Video, Apple Tv+, Disney+ e Cine+). Infine, dopo la finestra SVOD, parte la quinta finestra, quella della Tv gratuita (TF1/Fran ce TV/ M6, ecc.) che inizia a 22 mesi dall’uscita in sala dei film. Dunque, l’esclusiva theatrical è in pratica di 90-120 giorni a seconda delle presenze, ma prima di avere uno sfruttamento sulle piattaforme streaming si devono aspettare un minino di 15 mesi. Gran parte di questa cronologia di sfruttamento – con l’esclusione della seconda window dell’home video che parte da 3 o 4 mesi a seconda delle presenze registrate in sala e che è normalizzata per Legge – è regolata da accordi professionali tra le parti. Le window successive all’home video, la loro durata e il periodo di esclusività, sono solo il risultato di lunghi confronti tra le associazioni di categoria (esercenti, produttori, distributori, autori, registi, sceneggiatori…) e i broadcaster (canali televisivi a pagamento e gratuiti, piatta forme streaming, ecc.). La cronologia delle window in Francia è stata rivista a inizio 2022 dopo oltre due anni di discussioni in cui il Governo francese, attraverso l’organo delegato del CNC (Centre National du Cinéma et de l’image animée), ha solo fornito un quadro di discussione e guidato i confronti tra le parti con lo scopo di integrare il più rapidamente possibile le piattaforme streaming, Netflix in primis, dopo il voto della direttiva AMS dell’UE che impone un certo investimento finanziari a livello locale da parte degli streamer globali. Detto, questo, negli ultimi mesi, questa cronologia è stata contestata da alcune major come Disney che l’hanno definita “anacronistica e anti-consumatore“.
REGNO UNITO, NO RULES RULES
Nel Regno Unito la cronologia delle finestre dei film, sia nazionali sia inter nazionali, non è regolamentata né da una legislazione del Governo né da ordinamenti tra associazioni di categoria. La durata dell’esclusiva theatrical è sancita ogni volta, per ogni film, da accordi commerciali tra le distribuzioni e gli operatori cinematografici, senza che la UK Cinema Association abbia un ruolo formale in questo frangente. Secondo i dati fornitici dalla stessa UK Cinema Association, prima della pandemia, la finestra nel Regno Unito aveva una media di 108 giorni, ma nella pratica c’era un ampio spettro di variazione della durata a seconda del titolo distribuito. A seguito dei forti cambiamenti delle dinamiche distributive delle major americane innescati dalla pandemia, anche in UK l’esclusiva theatrical di fatto è andata ad accorciarsi ed ora si è stabilizzata – soprattutto per i blockbuster – tra i 35 e i 45 giorni. Per la UK Cinema Association, si tratta comunque di una situazione ancora in fase di assestamento e, sebbene difficilmente si ritornerà allo standard precedente di 108 giorni, il mondo dell’esercizio sta manifestando la propria richiesta di una finestra più lunga di quella attuale. Una richiesta particolarmente sentita dagli operatori delle sale cinematografiche più piccole per le quali un’esclusiva theatrical di sole poche settimane è giudicata punitiva.
SPAGNA, AL LAVORO SU UNA NUOVA LEGGE CINEMA
Anche in Spagna non esiste una regolamentazione sulle finestre né a livello legislativo né a livello di accordi tra le associazioni. La durata dello sfruttamento in sala di un film dipende esclusivamente dai contratti commerciali tra le parti, tra distributori ed esercenti. In questi accordi commerciali, le associazioni di categoria del settore audiovisivo non partecipano alla negoziazione. Come riportatoci dalla FECE – Federación de Cines de España, al momento la finestra di esclusiva the atrical è, in media, di circa 4 mesi, pur variando molto da film a film: per i blockbuser si scende a 45 giorni. Gettando uno sguardo al futuro, FECE ha sottolineato di essere al lavoro per far approvare una vera e propria regolamentazione sulle finestre di sfruttamento necessaria per garantire la sopravvivenza dell’industria cinematografica nel suo complesso: la Federazione sta dunque costruendo con il Governo spagnolo una nuova Legge Cinema nella quale inserire l’obbligo di un periodo di esclusiva theatrical di almeno 90-100 giorni.
GERMANIA, REGOLE IN COSTANTE AGGIORNAMENTO
In Germania, la Legge regola solo la window theatrical dei film tedeschi che hanno avuto finanziamenti pubblici: il Film Promotion Act prevede infatti una finestra di esclusiva nelle sale di 6 mesi unicamente per i titoli che hanno ottenuto contributi pubblici. Come riportato dall’HDF KINO e.V. (l’associazione nazionale di categoria degli esercenti), per tutti gli altri titoli si applica invece un gentlemen’s agreement che prevede generalmente una finestra di 120 giorni. In determinate circostanze “in cui gli interessi dei soggetti non vadano in contrasto con quelli dell’industria cinematografica”, inoltre, la durata stabilita per legge di 6 mesi può essere ridotta a 5 o 4 mesi, così come ulteriori eccezioni sono possibili attraverso accordi industriali. Insomma, come sottolineato esplicitamente dall’HDF KINO e.V., il sistema normativo è flessibile e in continuo aggiornamento. L’attuale Film Promotion Act è in vigore fino al 2023 e le regole sono costantemente sotto esame. La logica alla base sostenuta dall’HDF KINO e.V. è che una finestra di esclusiva theatrical per i film tedeschi ed europei sia vitale per la buona salute dell’industria, in quanto questi titoli richiedono diverse settimane per po ter sviluppare il loro pieno potenziale a differenza dei blockbuster che generano la maggior parte delle loro vendite nelle prime settimane.
ITALIA, LE “NUOVE” FINESTRE
Come approfondito sullo scorso numero Box Office di da inizio giugno è diventato operativo il decreto firmato da Franceschini a fine marzo che di fatto ripristina le regole del decreto Bonisoli del 2018 apportando come unica modifica la riduzione a 90 giorni (rispetto ai 105 precedenti) della finestra di esclusiva theatrical per i film italiani finanziati con contributi pubblici. Per tre mesi, la fruizione in sala cinematografica costi uisce la prima modalità di diffusione al pubblico dell’opera che dunque non può essere diffusa al pubblico attraverso fornitori di servizi di media audiovisivi, sia lineari che non lineari. Il termine di 90 giorni è ridotto a: 10 giorni, se l’ope ra è programmata in sala cinematografi ca per un numero di giorni, diversi dal venerdì, sabato, domenica e giorni fe stivi, pari o inferiori a tre (la cosiddetta “uscita-evento”); a 60 giorni, se l’opera è programmata in sala cinematografic in meno di 80 schermi e dopo i primi 21 giorni di programmazione cinematogra fica ha ottenuto un numero di spettatori inferiori a 50.000. Lo scorso 13 luglio è stata inoltre approvata la mozione presentata in Senato che propone di fissare a un minimo di 90 giorni la window di programmazione esclusiva nelle sale sia per i film italiani (anche quella che NON hanno ricevuto finanziamenti) sia per i film stranieri.
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