Dopo numerose polemiche (vedi http://www.e-duesse.it/News/Home-video/Parlamento-Uk-a-muso-duro-contro-i-provider-85948), e in attesa delle elezioni il prossimo 6 maggio, i membri del Parlamento inglese hanno approvato il Digital Economy Bill, promosso dal Business Secretary Peter Mandelson, seppure in una versione più attenuata rispetto all’originale. La nuova legge prevede che l’ente regolatore Ofcom sia investito del potere di bloccare i siti Web sospettati di pirateria e di imporre multe fino a 250 mila sterline (380 mila dollari) contro i provider che falliscono nel tentativo di bloccare gli utenti pirata recidivi. Gli ISP potranno sospendere gli account dei trasgressori mentre i detentori di copyright potranno accedere a nomi e indirizzi dei recidivi e adire le vie legali contro di essi. Tra i primi commenti positivi si segnalano quelli di Fimi e di Ifpi. «Gli sviluppi normativi in Francia e Regno Unito dimostrano che gli Stati con un’economia digitale avanzata stanno affrontando seriamente la questione della tutela dei contenuti in rete», ha commentato Enzo Mazza, Presidente di Fimi. «Si tratta di norme che, adottate in Italia, insieme al già efficace quadro normativo esistente, ma scarsamente applicato, potrebbero fornire un scudo efficace contro la contraffazione digitale. Questo consentirebbe alla produzione creativa italiana di svilupparsi, purtroppo però il nostro Paese, già indietro nella diffusione della banda larga e delle tecnologie per la diffusione dei contenuti on-line, senza dotarsi di misure urgenti, rischia di rimanere ai margini dell’Europa e leader incontrastato dalla pirateria, unica area dove l’Italia eccelle». Gli fa eco John Kennedy, presidente di Ifpi: «Il passaggio della nuova legge del Regno Unito crea slancio per un approccio simile verso altri paesi nella lotta contro la pirateria. I governi sempre più coinvolti in un’economia digitale devono capire che in tale contesto le industrie creative come la musica, i film, i libri e giochi, possono guidare la crescita ed incidere fortemente anche in molti equilibri socio economici, come nell’ambito dell’occupazione, attraverso l’adozioni di leggi innovative ed attività di repressione del fenomeno della pirateria in collaborazione con gli ISP». Sempre contestualmente al Digital Economy Bill, per il momento è invece stato abbandonato il piano di finanziare la banda larga in Uk imponendo una tassa annuale di 6 sterline (9 dollari) sui telefoni fissi.
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