Il workshop “Access to finance for the creative industries”, che si è svolto a Venezia nell’ambito della Mostra del Cinema, comprendeva un panel con rappresentanti del settore bancario rivolto ai beneficiari del nuovo strumento finanziario varato dal fondo di garanzia FEI e dalla Commissione europea il 30 giugno. Il banchiere Hubert Cottogni, Deputy Director del fondo FEI, ha illustrato funzionamento e obiettivi di questo sistema di garanzia di 121 milioni di euro, nato per sostenere le Pmi nei settori culturali e creativi attraverso gli istituti finanziari: “Negli Stati Uniti il cinema si finanzia attraverso il mercato di capitali, che qui in Europa non è molto sviluppato. Questo strumento rappresenta una delle strade che la Commissione europea sta intraprendendo per diversificare il settore finanziario europeo. Non si tratta di uno strumento di credito ma di un aiuto indiretto al vostro settore attraverso le banche di investimento che supporteranno progetti nuovi”. Si è parlato in questa sede soprattutto di come questo strumento si rivolge al cinema, va però ricordato che riguarda tutti le Pmi dell’industria culturale. L’iniziativa della Commissione europea, infatti, permette al FEI di fornire gratuitamente garanzie a intermediatori finanziari che vorranno concedere credito a imprenditori del settore creativo. “Ci focalizziamo su piccole e medie imprese ad alto rischio, dove tutto ruota sulla fiducia in un regista o un produttore. La struttura di garanzia rappresenta dunque un punto di partenza. Vogliamo capire in profondità il vostro settore, costruire un’assistenza tecnica che ci permetterà di aiutare le banche a finanziare i vostri progetti”. Ma come funziona e a chi parla questo sistema di garanzia che è stato a lungo studiato? Saranno selezionati gli istituti finanziari idonei, che possono essere banche commerciali, banche di promozione, istituti di garanzia, fondi e altri intermediari finanziari con sede in uno stato membro dell’Unione europea, Islanda o Norvegia. Poi, continua Cottogni, “il fondo di garanzia dei FEI offrirà a queste banche una copertura parziale del rischio corso per prestiti alle Pmi dell’industria creativa con un limite del 70% dell’investimento. I progetti che possono beneficiare del credito devono essere nuovi, non già esistenti. È possibile finanziare tutte le fasi del progetto: preproduzione e sviluppo, produzione e postproduzione, distribuzione e presentazione. Anche l’esercizio cinematografico può beneficiarne per le strutture di cui necessita. La garanzia è gratuita per le banche che ci richiedono il servizio: sottoscriveranno la garanzia in modo libero, senza obblighi, tranne quello di non dare vincoli all’industria cinematografica”. L’intermediario finanziario dovrà mantenere una esposizione di almeno il 20% degli importi impegnati. È prevista inoltre una formazione gratuita per gli intermediari finanziari per potere acquisire competenze sul mercato che si apprestano a finanziare. Tra gli intervenuti al seminario c’era anche Marco Chimenz, Ceo di Cattleya e presidente dell’European Producers Club, che ha affermato: “Negli Stati Uniti sono molti i produttori indipendenti e i registi che finanziano i loro film con prestiti bancari: in Usa è un mercato molto attivo e che funziona bene. Qui, invece, dal momento che i film non sono in inglese e dunque hanno un potenziale di vendita all’estero limitato, è più difficile fornire stime solide e affidabili sulle potenzialità di un progetto e per le Pmi è difficile ottenere finanziamenti”.
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