Jacopo Chessa è il nuovo presidente di Italian Film Commission

Il direttore di Veneto Film Commission ha presentato la nuova squadra dell'associazione ed è pronto a dare il via ad una «fase di rilancio e consolidamento»
italian film commission jacopo chessa

Cambia il coordinamento di Italian Film Commision, l’associazione composta da 19 Film Commission diffuse su tutto il territorio. È stato infatti annunciato che il nuovo presidente da oggi è Jacopo Chessa, direttore di Veneto FC che prende il posto di Cristina Priarone.

Come sottolineato dallo stesso in un commento rilasciato a Box Office, è l’intero coordinamento a cambiare rispetto al passato: insieme a lui arrivano in IFC come vicepresidenti anche Alessandra Milleto di FC Valle d’Aosta e Fabio Abagnato di Emilia Romagna FC; il segretario generale sarà invece Francesca Valente, che attualmente ricopre la stessa carica in Veneto FC.

«Inizia una fase di rilancio e consolidamento, dobbiamo raccogliere ciò che è stato fatto in 20 anni – dichiara il nuovo presidente di Italian Film Commission Jacopo Chessa – Partendo da zero, IFC ha portato le Film Commission ad essere uno degli spazi di produzione, supporto, formazione ed evoluzione del cinema italiano degli ultimi anni. Dobbiamo essere forti di questa eredità ma anche contemporanei, ripensare il ruolo delle Film Commission in questa chiave e essere sempre più internazionali, ma anche forti nel nostro paese, collaborando con le istituzioni che coordinano e fanno politiche di sviluppo del comparto in Italia. Bisogna ripensare l’associazione in base anche a come sono cambiati i ruoli: c’è chi è fondazione, chi dipartimento regionale, chi ha grossi budget e fondi e chi no… il coordinamento serve a capire quali sono le buone pratiche per portare benessere e crescita al sistema italiano».

Sull’agenda di Chessa e della nuova squadra di coordinamento di Italian Film Commission ci sono già alcuni punti: «Dobbiamo fare un po’ di rinnovamento in termini di immagine, di presenza nostra nei mercati internazionali. Rappresentiamo territori che dispongono di fondi pari a 75 milioni l’anno e non è poco, ci troviamo in una posizione in cui siamo molto sollecitati, è un lavoro cruciale».

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