Di seguito un estratto dell’intervista di copertina a Andrea Scrosati, pubblicata su Italian Cinema del 15-30 maggio (n. 2), trimestrale in allegato a Box Office. Per leggere il testo integrale, scaricare QUI i pdf del magazine o la versione digitale gratuita dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.
Che l’Italia sia diventata un hub produttivo florido, vivace e di respiro internazionale, lo dimostra la grande attenzione che Fremantle (società di RTL Group, a sua volta divisione di Bertelsmann) continua a riservare al nostro Paese. Recentemente, infatti, il colosso audiovisivo – operante in oltre 25 Paesi nel mondo – non solo ha acquisito Lux Vide, la più importante factory italiana di fiction, ma ha siglato anche una partnership strategica con gli studios di Cinecittà, che si aggiunge alla passata acquisizione della società di produzione Wildside. Operazioni volte a espandere ulteriormente gli orizzonti di Fremantle nell’ottica di trasformare contenuti locali in successi globali, come conferma Andrea Scrosati, Group Coo e Ceo europeo di Fremantle: «Il 2021 è stato un anno di grande crescita per Fremantle, nonostante l’impatto del Covid. In termini di risultati abbiamo chiuso l’anno con un fatturato di 1,92 miliardi di euro, ovvero +25,3% rispetto al 2020. Abbiamo consegnato 81 progetti tra serie Tv e film, e 430 show unscripted, anche questi numeri in forte crescita. I nostri territori, produttori e società hanno compiuto sforzi straordinari per continuare a produrre nel contesto della pandemia, facendolo in sicurezza e seguendo le norme previste in ogni Paese. È la prova dell’eccellenza delle nostre leadership locali e della resilienza di questo settore, che ha dimostrato una capacità di adattamento e di innovazione senza pari».
Quali sono le vostre previsioni per il 2022?
Prevediamo di crescere ancora nel segmento scripted: la nostra proiezione è di consegnare oltre 100 titoli tra serie Tv e film, con questi ultimi oltre quota 20. Questo grazie a un network di talenti creativi, produttori e società che non solo si sta espandendo tramite acquisizioni, ma sta soprattutto crescendo organicamente. Inoltre, è tutto il mercato che cresce grazie all’arrivo di nuovi player globali e all’evoluzione di quelli già esistenti, sia locali che internazionali. I broadcaster lineari stanno diversificando ed investendo non solo per rafforzare la propria programmazione tradizionale ma anche le loro piattaforme di catch up e svod, lo sta facendo la Rai in Italia con RaiPlay, lo fa RTL con RTL+ in Gemania, la BBC ha iniziato già da tempo con Iplayer, e così via. Le pay Tv nazionali e regionali stanno investendo in contenuti originali per sostituire quelli degli studios americani che oggi vanno direct to consumer, e accanto agli streamer globali stanno nascendo piattaforme svod regionali che in alcuni casi si stanno rivelando player di grande successo, come Viaplay nei paesi scandinavi e Videoland in Olanda. Per chi produce contenuti queste sono tutte grandi opportunità, se gestite con una visione strategica e non a breve periodo.
I vostri progetti spaziano dal factual all’intrattenimento, dal cinema alla serialità. Su quali di questi asset investite il maggior numero di risorse?
L’intrattenimento rappresenta ancora la maggioranza dei nostri ricavi e sono convinto che continuerà a svolgere un ruolo centrale nel consumo di contenuti da parte delle audience globali. Oggi anche le piattaforme streaming hanno compreso che l’unscripted è una componente di cui non può fare a meno un’offerta che vuole essere davvero completa. Ne sono esempi perfetti il nostro Too Hot To Handle su Netflix e un programma come LOL su Amazon Prime Video. Ma ovviamente continuiamo ad investire e a crescere nel segmento scripted, e i numeri ne sono la dimostrazione. In particolare, accanto alle serie Tv, stiamo incrementando i nostri investimenti sul cinema, anche in considerazione delle nuove modalità di finanziamento che il mercato offre in questo spazio. Nel 2022 prevediamo di produrre e coprodurre film in Italia, in Germania, Olanda, Messico, Danimarca e Stati Uniti con talenti straordinari da tutto il mondo. Infine, stiamo investendo molto sui documentari, che sono un genere in grande crescita anche grazie alla richiesta che arriva dalle piattaforme svod, tanto che prevediamo di consegnarne 44 nel 2022, dai 20 realizzati nel 2021.
Oggi quanto è strategica per voi la produzione cinematografica destinata alla sala?
È una componente fondamentale della nostra strategia sul cinema. Basta pensare a film come Corro da te di Milani, Shadow in my Eyes di Bornedal, Otto Montagne di Van Groenigen, Immensità di Crialese, America Latina dei gemelli d’Innocenzo, Belli Ciao di Pio e Amedeo, solo per citarne alcuni. È importante anche capire cosa si intende davvero per film “destinato alla sala”. Sono convinto che operiamo in un mercato in continua evoluzione dove la sala è, e resta, una componente fondamentale del cinema, il luogo naturale e migliore dove vivere le emozioni di un film. Ma il modello delle finestre di qualche anno fa è definitivamente terminato e occorre costruire, tutti assieme, un modello nuovo che permetta di cogliere tutte le opportunità che da un lato offre il mercato e dall’altro richiedono i consumatori.
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