IsICult: «rivoluzionaria la decisione di Giuli sulla Commissione promozione»

Il presidente Angelo Zaccone Teodosi accoglie con favore l’iniziativa del Ministro ed evidenzia anche un caso di conflitto di interessi all’interno della Commissione
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Anche Angelo Zaccone Teodosi, presidente di IsICult (Istituto italiano per l’Industria Culturale) si è espresso a favore della decisione del ministro della cultura Alessandro Giuli di rivedere i criteri di valutazione della Commissione incaricata di assegnare le risorse pubbliche alle attività e iniziative di promozione cinematografica e audiovisiva. «Si tratta di una decisione rivoluzionaria, perché finalmente il Ministero riconosce che c’è qualcosa che non funziona nei processi di valutazione delle istanze delle centinaia di soggetti che chiedono il contributo per realizzare festival, rassegne, premi, convegni, studi. Come IsICult denuncia da molti anni, i criteri selettivi sono molto approssimativi e finisce spesso per prevalere il capitale relazionale sulla qualità progettuale. I casi segnalati venerdì 28 febbraio dal quotidiano La Verità sono soltanto la punta dell’iceberg. Purtroppo, il Ministero della Cultura non dispone ancora di una “cassetta degli attrezzi” adeguata, ovvero della strumentazione tecnica necessaria per valutare in modo oggettivo ed indipendente le centinaia di istanze di contributo. Talvolta è arduo, se non impossibile, comprendere perché una iniziativa viene sovvenzionata con 10.000 euro, piuttosto che con 100.000 euro. Alcune “asimmetrie” – termine utilizzato dallo stesso Ministro – sono evidenti».

IsICult specifica, inoltre, che “secondo i dati relativi alle assegnazioni per l’anno 2024 (pubblicate con surreale ritardo soltanto il 10 febbraio 2025), sono stati finanziati dal Ministero 146 festival e 46 rassegne cinematografiche, per un totale di 192 iniziative, a fronte di 382 istanze di cui 270 Festival e 112 rassegne. Quindi 124 festival e 66 rassegne che hanno chiesto il contributo, grosso modo la metà del totale, non sono state finanziate. E si ricordi che il Mic sostiene 146 festival soltanto, a fronte di oltre 500 festival di cinema che vengono realizzati sull’intero territorio nazionale (secondo le elaborazioni IsICult nell’iniziativa “Italia del Festival”, progetto speciale sostenuto dal Mic stesso): i due terzi dei festival cinematografici italiani non sono sostenuti dal Ministero”.

Infine, aggiunge Zaccone, «nella riforma annunciata, deve essere affrontato anche il tema delicato, e scabroso, delle incompatibilità: per esempio, Rossana Rummo, la coordinatrice della Commissione Cinema che assegna i contributi, era anche nel Consiglio di Amministrazione dell’Aamod (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico), che dalla Commissione stessa ha ricevuto per l’anno 2024 un sostegno di 80.000 euro. E casi come questo – di evidente inopportunità e latente conflitto di interessi – ve ne sono in quantità, se si analizza la composizione dei membri delle varie commissioni, che pure vengono cooptati ‘intuitu personae’ dal Ministro senza alcun bando di selezione. Serve un sistema informativo adeguato, per gestire in modo razionale trasparente ed efficace le risorse pubbliche».

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