Che le sale d’essai abbiano un valore culturale e sociale è una realtà assodata e un aspetto imprescindibile della loro identità. Che le sale d’essai abbiano anche un peso economico significativo nel nostro mercato è invece un aspetto meno noto. Un aspetto che invece vale la pena sottolineare e che ora, grazie ai dati Cinetel presentati all’edizione degli Incontri FICE – Federazione Italiana Cinema d’Essai in corso a Lucca, ha delle dimensioni ben precise.
Diamo i dati, allora, di questo significativo peso dei cinema d’essai. Le sale FICE – come dettagliato dall’AD di Cinetel Davide Novelli – valgono ad oggi per l’11,2% degli incassi e il 12,4% delle presenze totali del mercato theatrical italiano.
Una bella fetta di box office, dunque, ma c’è anche un altro aspetto positivo: le sale FICE stanno proporzionalmente andando meglio rispetto alla performance generale del settore. Se il mercato nel suo complesso sta viaggiando nel 2024 a -5,1% rispetto al 2023, i cinema d’essai registrano invece un segno +, con un incremento del 5%. E nettamente migliore è anche il paragone con il pre-pandemia, con le sale FICE che di fatto hanno quasi totalmente recuperato gli incassi pre-Covid (solo -5,4% sulla media 2017-18-19) mentre il mercato generale segna ancora un -18,9%.
Altri aspetti interessanti emersi dai dati Cinetel sono:
- le sale FICE hanno un ruolo fondamentale nella diffusione dei film italiani: nei cinema d’essai, le produzioni e co-produzioni nazionali valgono per il 41,5%, mentre il cinema americano pesa solo per il 29,1% quando nel mercato generale arriva al 53%
- le sale FICE hanno un ruolo fondamentale anche nel successo dei “blockbuster di qualità”. Guardando agli incassi del 2024, salta ad esempio subito all’occhio il dato di Povere creature!: ben il 18,1% dell’incasso totale del film con Emma Stone è arrivato dalla sale FICE.
- le sale FICE hanno un ruolo fondamentale nel costruire un’offerta di film che sia varia e diversificata per Paesi di provenienza. Nei cinema d’essai, i film di nazionalità “altra”, ovvero non italiani/americani/inglesi è del 18,2%, mentre nel mercato generale è di solo il 7,9%
Nei cinema d’essai, insomma, si parlano molte più lingue e si vedono immaginari lontani, meno conosciuti, paesaggi – fisici e umani – di nazionalità diverse. Questa preziosa varietà è stata anche al centro dello stesso convegno “Come tutelare la varietà dell’offerta nei cinema d’essai” che si è svolto durante gli Incontri FICE di Lucca,
Ne hanno parlato Luigi Lonigro (Presidente dell’Unione Editori e Distributori ), Andrea Romeo (Coordinatore Think Tank Distribuzione), Gianluca Pignataro (Fandango), Alessandro Giacobbe (Academy Two), Monica Naldi (Cinema Beltrade), Marco Fortunato (Cinemazero), oltre alla presidente FICE Giuliana Fantoni e al presidente Anec Mario Lorini.
Tra i vari strumenti per tutelare una programmazione varia e di valore delle sala FICE, sono stati nominati nei vari interventi: un lavoro di promozione sui titoli che sia pianificato con anticipo in modo da accompagnare il film all’uscita; l’importanza sempre più strategica dei tour di registi e attori; la necessità di istituire dei sostegni economici per i distributori di film d’essai un po’ come avviene per l’esercizio; il potenziamento della multiprogrammazione che deve essere supportata da una collaborazione attiva tra esercenti e distributori; la cura del rapporto diretto con il pubblico.
I cinema d’essai, insomma, sono una risorsa vitale per il mercato, la loro identità passa per la loro varietà d’offerta, e questa varietà va costantemente preservata e implementata.
Sotto le slide coi dati principali della ricerca I NUMERI DELLE SALE FICE a cura di Cinetel.
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