Incontri d’essai: Tozzi (Anica), per le sale di città muoversi con urgenza

«Quel che dobbiamo fare, dobbiamo farlo più velocemente possibile. Abbiamo l’acqua alla gola: dobbiamo premere e ottenere quello che ci serve in modo rapido, altrimenti ci lasceremo le penne». È l’allarme lanciato dal presidente Anica Riccardo Tozzi a Mantova, al convegno “Essai domani” ieri mattina agli Incontri del cinema d’essai: «Quella del cinema d’essai – intendendo per essai, termine ormai vago, il cinema d’autore nelle sale di città – è questione di estrema urgenza. La salute ritrovata nel rapporto col pubblico del cinema italiano in questo decennio dipende dalla varietà dell’offerta: noi produttori abbiamo fatto film di tutti i generi. Dobbiamo continuare a farlo, ma rischiamo di non poterlo fare per una serie di motivi, a cominciare dalla crisi delle sale di città, dove il pubblico è più attento». Crisi, sottolinea Tozzi, che investe anche gli enti locali, a causa della desertificazione dei centri storici. E tutto il mercato: «La sparizione delle sale di città porterebbe a un parco sale di soli multiplex, con un pubblico che si sposterebbe definitivamente senza aumento di spettatori e un cinema italiano che non crescerà di più. Per farlo, si deve aumentare la torta, recuperando un pubblico di città che ci stiamo perdendo. Ma dobbiamo fare in modo che la sala di città sia un’attività economica, non bastano gli appelli. I multiplex sono centri d’attrazione per il loro pubblico, estremamente attraenti. Le nostre sale di città, a parte eccezioni, non sono così. I multiplex non guadagnano dal biglietto, ma da altre attività economiche; anche le sale di città devono fare concession e poter vendere altri prodotti. Infine, l’accessibilità: al contrario dei multiplex che hanno i parcheggi, i cinema di città hanno noti problemi. Occorre ragionare sulla riapertura delle zone a traffico limitato di sera nei centri storici». Per concludere, Tozzi ha caldeggiato l’accesso a fondi europei, «non solo per la digitalizzazione ma per tutte le forme di sostegno alle sale” e invitato i produttori a porsi il problema dell’invecchiamento del pubblico per i film nazionali: «Il nostro cinema non attira i giovani ma solo un pubblico adulto».
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