Inchiesta: che estate sarà? La parola agli esercenti cinematografici

Ecco le opinioni di Ramón Biarnés (UCI Cinemas), Francesco Di Cola (The Space Cinema), Fabio Fefè (Circuito Cinema), Giorgio Ferrero (NVR Cinema), Tomaso Quilleri (Il Regno del Cinema), Caterina Saviotti (Cinema Barberini), Andrea Stratta (Notorious Cinemas), Angelo Tacca (EPlanet Cinemas)

L’estate 2025 si presenta come una delle stagioni cinematografiche più affollate e competitive degli ultimi anni, con una programmazione pensata per intercettare il grande pubblico e consolidare la centralità del periodo estivo nel calendario delle uscite, alla ricerca degli stessi numeri da record che hanno contraddistinto le ultime due finestre estive del 2023 e 2024 (quelle del Barbenheimer e dell’accoppiata Inside Out 2 e Deadpool & Wolverine). Come da tradizione, a trainare le presenze in sala saranno diversi titoli internazionali ad alto budget, appartenenti a franchise collaudate e molto amate dagli spettatori. Dopo l’apertura delle danze a fine maggio con Mission: Impossible – The Final Reckoning (Eagle; arrivato a 4,2 milioni di euro), capitolo conclusivo della saga con Tom Cruise, e il live-action Lilo & Stitch (Disney; arrivato ad oggi a 20,8 milioni), a giugno sono seguiti il nuovo animation Disney/Pixar Elio (Disney; solo 900mila euro dopo una settimana) e l’adattamento in carne ed ossa di Dragon Trainer (Universal; quasi 6 milioni di euro). Attesissimo è ora Jurassic World: La Rinascita (Universal, in uscita il 2 luglio), nuova avventura nell’universo giurassico con la new entry Scarlett Johansson in programma a inizio luglio e subito seguito, sempre sul fronte dei blockbuster hollywoodiani, da quel Superman (Warner) che rappresenta il rilancio dell’eroe DC sotto la regia di James Gunn, mentre I Fantastici Quattro: Gli inizi (Disney) segna l’ingresso ufficiale di uno dei gruppi storici della Marvel all’interno dell’universo narrativo che ha dominato gli incassi dell’ultimo decennio. A questi si aggiungono film come F1 (Warner), progetto adrenalinico prodotto/interpretato da Brad Pitt e ambientato nel mondo della Formula Uno; 28 anni dopo (Eagle), sequel di 28 giorni dopo, firmato nuovamente da Danny Boyle; il techno-horror Megan 2.0 (Universal) prodotto dalla Blumhouse, e vari altri titoli legati a festival internazionali come Cannes.

La combinazione tra blockbuster e cinema di qualità, potrebbe dunque rendere l’estate 2025 una stagione chiave per la tenuta e la crescita del mercato cinematografico italiano. Per approfondire il tema abbiamo intervistato: Ramón Biarnés (Managing Director Southern & Northern Europe di UCI Cinemas); Francesco Di Cola (Director of Screen Content & Sales di The Space Cinema); Fabio Fefè (direttore programmazione di Circuito Cinema); Giorgio Ferrero (direttore programmazione di NVR Cinema); Tomaso Quilleri (amministratore delegato de Il Regno del Cinema); Caterina Saviotti (Cinema Barberini); Andrea Stratta (amministratore delegato di Notorious Cinemas); Angelo Tacca (amministratore unico di EPlanet Cinemas).

UN’ESTATE DI GRANDI TITOLI

Dalla lettura incrociata delle loro considerazioni, emerge un consenso diffuso sulla solidità dell’offerta cinematografica per l’estate 2025. L’impressione generale è che, sul piano quantitativo e della varietà, il calendario delle uscite si presenti ben articolato e in grado di soddisfare diversi segmenti di pubblico. Francesco Di Cola (Director of Screen Content & Sales di The Space Cinema) sottolinea come il trimestre estivo abbia ormai assunto una centralità decisiva per gli incassi annuali: «Gli ultimi due anni hanno dimostrato che giugno, luglio e agosto consentono incassi difficili da replicare in altri periodi», afferma, evidenziando come la combinazione di scuole chiuse, una maggiore propensione del pubblico all’intrattenimento fuori casa e performance meno concentrate sui giorni del weekend siano di grande aiuto. Anche per Tomaso Quilleri (AD de Il Regno del Cinema), l’offerta risulta «corposa e soddisfacente», soprattutto nei multiplex, sebbene rilevi una minore presenza di grossi titoli soprattutto nella seconda metà dell’estate, «momento importante per il mercato italiano perché è quello del back to school: questa volta, però, l’offerta non è così forte come in altre occasioni». Andrea Stratta (AD di Notorious Cinemas) conferma che «il listino è molto ampio e variegato», lodando la frequenza costante delle uscite, che a suo avviso favorisce un «effetto moltiplicatore» nella fidelizzazione del pubblico. Giorgio Ferrero (direttore programmazione di NVR Cinema) evidenzia la forza di partenza dell’estate, che già da fine maggio propone titoli di forte richiamo: «Il nuovo Mission Impossible e Lilo & Stitch stanno andando in profondità ricadendo anche sul box office di giugno». Ramón Biarnés (Managing Director Southern & Northern Europe di UCI Cinemas) definisce l’offerta «completa e multi-target», apprezzando il mix tra blockbuster, film per famiglie e titoli outsider capaci di differenziare la proposta.
Tuttavia, accanto a questo ottimismo diffuso, non mancano voci critiche. Angelo Tacca (AD di EPlanet Cinemas) solleva una questione di equilibrio temporale: «Le case di distribuzione concentrano troppi film in appena 40 giorni», osserva, sottolineando che il pubblico non ha tempo né disponibilità economica per vedere tutto. «Dovrebbero mettersi d’accordo e decidere insieme come creare un ciclo virtuoso che consiste nel mettere nelle condizioni le famiglie di andare al cinema ogni due settimane». Una concentrazione eccessiva che può portare, secondo lui, a una cannibalizzazione degli incassi tra titoli che competono per gli stessi schermi. Una riflessione analoga arriva da Quilleri che, pur apprezzando la densità del listino, riconosce che le logiche del day & date imposte dalle major internazionali non consentono al mercato italiano di ottimizzare la distribuzione nel tempo: «Subiamo un po’ questa cosa, se un paio di questi titoli fossero stati spostati su agosto avremmo potuto avere una possibilità maggiore di farli rendere al meglio, ma il day & date è importante anche per evitare la pirateria». Sul tema, si è espressa anche Caterina Saviotti: «Accolgo con grande favore la decisione delle major di distribuire numerosi titoli in contemporanea con gli Stati Uniti. È fondamentale incentivare la presenza dei più giovani in sala: attraverso i social sono costantemente aggiornati su ciò che accade nel mondo e, se sanno che un film debutta al cinema in America, sono motivati ad andarlo a vedere anche qui. Mi auguro che questa strategia venga rafforzata anche ad agosto, un periodo più debole sul piano delle uscite».

Diverso, invece, il discorso del cinema d’autore. Fabio Fefè (direttore programmazione di Circuito Cinema) esprime un cauto scetticismo sull’appeal complessivo dell’offerta di cinema non mainstream, ricordando che l’estate resta per molti esercenti una stagione «non proprio piacevole», da affrontare grazie agli incentivi e con la speranza che vengano inseriti titoli di qualità, magari emersi nei festival. Il suo giudizio sospeso mette in luce una variabile importante, ovvero che molto dipenderà da cosa effettivamente arriverà in sala dopo questi eventi: «Ci sono alcuni distributori che sono un po’ più pragmatici, altri che invece sperano che si apra un buco in quelle settimane. A volte ci sono dei film molto piccoli, per i quali non è possibile fare un investimento promozionale consistente, che quindi hanno bisogno di più tempo in sala perché il tam-tam porti più gente».

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LA GRANDE ASSENTE: L’OFFERTA ITALIANA

Tra gli elementi critici più ricorrenti nelle opinioni raccolte dagli esercenti c’è la persistente assenza di una proposta italiana strutturata per il periodo estivo. Una mancanza che non è percepita come contingente, ma come l’effetto di una strategia ormai consolidata nel tempo: evitare l’estate in favore di mesi considerati “più sicuri”, come autunno o inverno. Una scelta che molti tra gli intervistati giudicano miope e autolesionista, soprattutto alla luce delle mutate abitudini del pubblico. Francesco Di Cola la definisce senza esitazioni un «valore aggiunto ancora poco sfruttato», sottolineando che il cinema italiano «non ha ancora colto le enormi potenzialità del periodo estivo», quando andrebbero intercettati segmenti di pubblico trascurati, grazie ad un momento in cui l’offerta internazionale si dimostra più forte e costante. Anche Giorgio Ferrero invita a scommettere sul cinema nazionale, pur riconoscendo che l’estate resta una sfida complessa: «Servono titoli forti e tentativi coraggiosi», dice, ricordando l’esempio di Come un gatto in tangenziale
2, uscito con successo a fine agosto distribuito da Vision. Lamenta la «latitanza del cinema italiano» anche Tomaso Quilleri, sottolineando che la duplice velocità tra multiplex e sale d’essai si riflette anche nella difficoltà di posizionare film d’autore e italiani: «Credo che l’estate ormai sia sdoganata ed è una grande vittoria, però dobbiamo fare il passaggio analogo sul cinema autoriale e nazionale, in questo modo ci avvicineremo all’agognato 12 mesi su 12».
Andrea Stratta ribadisce la mancanza di «un grande film italiano capace di rompere il tabù dell’estate», osservando che invece proprio in questa stagione sarebbe più facile ottenere una buona tenitura in sala e un’attenzione più mirata da parte del pubblico. Anche per Ramón Biarnés l’assenza di titoli italiani stride, se si considera che l’estate è ormai diventata una stagione imprescindibile per il box office: «Crediamo che l’estate possa essere il momento per posizionare film italiani anche dal forte richiamo commerciale. Questo aiuterebbe a ridurre il congestionamento dei mesi invernali». Sul tema, il più comprensivo è Fabio Fefè: «Capisco il produttore o il distributore di un film italiano. Fin quando Cannes, Venezia e Locarno non fanno le loro scelte, è chiaro che ancora non si sentono di indicare una data d’uscita». Questo meccanismo, insomma, rallenta i tempi e porta molti film a essere accantonati fino all’autunno, compromettendo la varietà dell’offerta estiva.

Jurassic World: La rinascita

INIZIATIVE MINISTERIALI, IMPORTANTI MA NON RISOLUTIVE

Alla luce dell’assenza di un certo tipo di prodotto diverso da quello blockbuster, diventa ancora più interessante l’ottimismo dimostrato da tutti gli intervistati verso le iniziative ministeriali confermate anche per l’estate 2025. Tutti sono d’accordo sull’utilità – e in molti casi l’efficacia – delle campagne promosse dal Ministero della Cultura per sostenere il cinema durante la stagione estiva. Progetti come Cinema Revolution e Cinema in Festa hanno avuto il merito di riportare il cinema al centro dell’attenzione pubblica, offrendo incentivi concreti agli spettatori e contribuendo a rendere l’offerta più accessibile. Giorgio Ferrero è tra i più convinti sostenitori della campagna Cinema Revolution: «Credo che la campagna andrà sempre meglio, è fondamentale perché riporta la gente al cinema d’estate e quindi sono ancora più fiducioso rispetto all’anno passato». Nonostante la scorsa edizione del 2024 non abbia fatto registrare numeri in crescita rispetto al 2023, non ha dubbi neppure Quilleri sull’importanza delle iniziative: «Al di là di alcune criticità, è stata messa in piedi una forte campagna di comunicazione, che è la cosa importante: parlare di cinema e andare al cinema. Il cosa si vede al cinema è secondario, credo però sia chiaro che ci sia una diretta corrispondenza tra crescita delle presenze e comunicazione. Quando il Ministero investe forte su questo, i risultati si vedono». Anche Angelo Tacca riconosce il valore dell’iniziativa, ma aggiunge una nota di realismo: se l’offerta di film non è adeguata, nessuna agevolazione può davvero invertire la tendenza. Il suo è un richiamo pragmatico al rapporto tra qualità del prodotto e risposta del pubblico: «Se non c’è il film giusto, anche con condizioni economiche favorevoli il pubblico resta a casa, o aspetta che escano sulle piattaforme». Inoltre, Tacca rilancia un tema sensibile: quello delle finestre di distribuzione. Secondo lui, si dovrebbe valutare l’ipotesi di estendere le finestre di esclusiva per la sala cinematografica, sul modello francese, così da rendere più appetibile l’esperienza in sala rispetto all’offerta domestica. Per Saviotti, invece, il problema è anche un altro: «L’arte non può essere svenduta a tre euro – osserva,
riferendosi alle iniziative estive – Il cinema non può sostenersi con questi prezzi: tra costi energetici, stipendi e spese di gestione, è impossibile andare avanti, anche considerando i rimborsi parziali. Una festa del cinema ben organizzata dovrebbe durare 5-10 giorni, come accade in Francia». Contesta così la separazione tra ‘Cinema Revolution’ e ‘Cinema in Festa’ nel corstoso dell’estate, proponendo invece un’iniziativa unitaria: «Anche ad agosto sarebbe ideale – precisa – soprattutto vista la scarsità di nuovi titoli. Ma deve trattarsi di un evento concentrato in un periodo breve: questa frammentazione risulta, a mio avviso, confusa e poco efficace».

Superman

PREVISIONI? NESSUN RECORD, MA INCASSI IN LINEA

Infine, un quadro sulle previsioni d’incasso dell’estate cinematografica 2025. Nessuno ha voluto sbilanciarsi nella previsione con cifre precise, ma tutti concordano che i numeri si manterranno almeno stabili rispetto agli ultimi due anni, se non addirittura in lieve crescita, anche se non mancano toni più prudenti e richiami a variabili difficilmente controllabili. Angelo Tacca è tra i più analitici: a suo avviso, il 2025 segnerà un’ulteriore crescita rispetto all’estate scorsa, che aveva contato praticamente su due soli titoli di punta: Inside Out 2 e Deadpool & Wolverine. Quest’anno, invece, ci sono almeno sei titoli forti già annunciati e questo dovrebbe garantire una maggiore distribuzione degli incassi su tutto il periodo, al quale tuttavia farà seguito un altro periodo di magra: «A mio avviso per l’ennesima volta vi è un po’ di carenza di prodotto a partire da settembre e per tutto l’ultimo trimestre». Francesco Di Cola parla esplicitamente di una prospettiva in «linea con le ultime due estati», che avevano registrato «record storici per diversi autori, generi e franchise». La sua è una valutazione ottimista, condivisa anche da Andrea Stratta, per il quale l’estate sarà «buonissima», con un andamento in continuità rispetto al 2023 e al 2024, pur in assenza – al momento – di un titolo con l’impatto commerciale di Inside Out 2 o Barbie. «Non da record, ma comunque stabile», sintetizza.
Più cauto ma comunque fiducioso è Tomaso Quilleri, che preferisce non sbilanciarsi in cifre ma si dice convinto che «la totalità dei titoli sommati possa non discostarsi molto rispetto all’estate scorsa». Una riflessione simile arriva da Giorgio Ferrero, che punta sull’effetto combinato di un calendario ricco e della campagna ministeriale per superare i risultati del 2024. Fabio Fefè, infine, introduce un elemento spesso trascurato nelle analisi: il meteo. Secondo lui, «una stagione molto calda può essere faticosa per il pubblico», mentre «un’estate più umana, più sopportabile, soprattutto nei contesti urbani, può trasformarsi in un’opportunità per la sala, anche grazie all’aria condizionata e al comfort delle strutture». Sottolinea, inoltre, il ruolo crescente delle arene estive, che in alcune città costituiscono ormai una fetta rilevante dell’esperienza cinematografica durante la bella stagione. L’estate 2025, in sintesi, sembra disporre di tutte le condizioni per confermare – se non migliorare – il trend positivo degli ultimi anni.

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