In Italia 1.004 schermi digitali

Sono 1.004 gli schermi digitalizzati in Italia su 3.870. Per quanto riguarda le sale d’essai, quelle digitali sono poco più di 200. I dati sono stati forniti questa mattina agli Incontri d’essai di Mantova nell’ambito del convegno “Essai domani… innovazione, incentivi, mercato”. Nel suo intervento, Mario Lorini, presidente Fice, ha ricordato che “in Italia gli schermi d’essai sono il 22% del totale e raccolgono il 16% delle presenze. Nei nostri cinema i film di qualità totalizzano il 70% degli ingressi”. Il presidente Fice, poi, ha sollecitato più soggetti ad avere più attenzione per le esigenze delle sale di qualità: “La direzione generale cinema rimane strategica per noi. Abbiamo bisogno del suo supporto per gli incentivi e i premi alle sale d’essai; per tutti quegli strumenti che favoriscono e permettono interventi di adeguamento delle strutture. Strategici sono poi gli strumenti per la digitalizzazione. Il processo, soprattutto nel nostro ambito, stenta e questo in prospettiva può rivelarsi un grande problema. In questo senso fondamentale deve essere l’apporto delle Regioni che negli anni hanno favorito la trasformazione di molte sale grazie a bandi appositi per il digitale. Importante anche il lavoro che viene portato avanti con le film commission”. Mario Lorini si è rivolto anche ai distributori: “Non vorrei che un mercato sala concentrato in due grossi circuiti portasse i distributori a trascurare altri settori dell’esercizio. Chiediamo parità di trattamento. Chiediamo una maggiore conoscenza delle nostre realtà, anche quelle di profondità e di provincia e continuità per quanto riguarda la virtual print fee. Ai produttori chiediamo un’alleanza strategica che possa favorire la circolazione dei film di qualità nelle sale più consone a questo tipo di prodotto”. Nicola Borrelli, direttore generale cinema del Ministero per i Beni Culturali, ha confermato la centralità del ruolo svolto dalle sale di qualità in Italia e l’attenzione del Ministero: “Il nostro intervento è sempre importante anche se è più limitato economicamente perché le risorse non sono più quelle di una volta. Riteniamo strategico il ruolo di un’iniziativa come Schermi di qualità. Continua ad essere presente uno strumento come il contributo in conto capitale per l’adeguamento tecnologico; purtroppo da due anni non riusciamo a finanziarlo e quindi stiamo accumulando debiti. Contiamo nel Decreto Sviluppo per poter recuperare le risorse indispensabili. Infine il digitale; è questione di vita o di morte per le sale cinematografiche. Come si sa, i piccoli cinema non possono utilizzare il credito di imposta; anche in questo caso, puntiamo a un intervento normativo nel Decreto Sviluppo per risolvere il problema”. Anche Filippo Roviglioni, presidente dei distributori Anica, ha risposto a Mario Lorini: “Se c’è stata qualche mancanza di attenzione dei distributori verso le sale di qualità o verso quei cinema che non fanno parte dei due circuiti più importanti, è deprecabile. Confermo che da parte nostra ci sarà la massima attenzione verso tutto l’esercizio. Esercenti, distributori e produttori sono tutti insieme ma la situazione è difficile: la tv compra meno film; l’home video è in crisi e le piattaforme alternative stentano a decollare”.

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