Il ruolo dell’Acec

Resilienza è stata una delle parole chiave dell’incontro organizzato dall’Acec in collaborazione con Old Cinema nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, intitolato “Il futuro della sala cinematografica – La sala della comunità come risorsa in un mondo che cambia”. Grazie alla loro resilienza, cioè permeabilità alle trasformazioni mettendo in campo risorse inaspettate, le sale Acec “sono pronte a rilanciare e governare il cambiamento”, ha dichiarato il presidente dell’associazione don Adriano Bianchi. Fa parte di questo processo la ricerca realizzata dall’Acec con l’Università Cattolica di Milano, di cui sono stati presentati oggi i primi risultati, che fotografano lo stato dell’arte delle 804 sale della comunità presenti oggi sul territorio, partendo da interviste a 312 di queste. La ricercatrice Mariagrazia Fanchi ha evidenziato la vocazione multifunzionale delle sale parrocchiali: il 93,7% ospita attività di altri soggetti. Sono stati inoltre rilevati la disseminazione capillare di questo tipo di esercizio su tutto il territorio, con prevalenza a Nord e la loro longevità (il 18% opera da 10-20 anni, il 21% da 20-40 anni, il 33% da 40-60 anni e il 17% da oltre 60): si tratta di “importanti presidi culturali sul territorio, presenti anche in zone che non sono facilmente oggetto di animazione culturale. Si pensi che nelle città con più di 100mila abitanti il 65% delle sale della comunità fa da presidio ad aree periferiche, contribuendo a tenerle vive”. Solo il 15% di chi le gestisce riceve una retribuzione, tutti gli altri sono volontari. Il core target è costituito dagli adulti (36-65 anni), ma anche la fascia dei bambini è molto importante. La mission formativa è confermata dai principali criteri che guidano la scelta dei film da programmare, che sono film per famiglie, per bambini, film in grado di suscitare dibattito e con temi emergenti.Altro passo dell’Acec nell’individuazione della rotta per il futuro è rappresentato dalla collaborazione con il Politecnico di Milano per creare una piattaforma di studi volti a trovare soluzioni architettoniche e progettuali nuove. Il docente di Progettazione del paesaggio Matteo Poli ha dichiarato: “La sala è la gemella della piazza, altrettanto fondamentale nella creazione dell’identità culturale collettiva. Il progetto di una sala multifunzionale può essere il volano per ripensare uno spazio culturale rilevante legato anche ad altre attività”. Da un intervento video l’architetto Stefano Boeri ha sostenuto l’importanza degli oratori come luogo di interazione, di aggregazione, di sport e di cultura e ha ricordato che la visione in sala non è passiva come quella in Tv, ma attiva perché stereometrica: permette infatti di muovere lo sguardo e scegliere di focalizzare parti diverse dello schermo.L’incontro è proseguito con l’intervento dei presidenti delle altre associazioni di categoria. Carlo Fontana, presidente Agis ha voluto evidenziare che “la sala è sottovalutata dal mondo politico che non ne riconosce la centralità che dovrebbe avere, ma è anche penalizzata da una distribuzione che per quatto mesi all’anno non fornisce il prodotto”. Domenico Dinoia, presidente Fice, ha ribadito la necessità di promuovere la cultura cinematografica e ha aggiunto: “Non basta che nella nuova legge ci siano risorse destinate agli esercenti: noi vogliamo essere partecipi, non solo il contenitore dei film. Bisogna inoltre intervenire per facilitare l’accesso al prodotto da parte delle sale”. Luigi Cuciniello, presidente Anec, ha aggiunto: “Oggi lo sforzo è mantenere le sale aperte, che siano piccole sale parrocchiali o grandi multiplex. La sala non solo è centrale nella vita sociale ma oggi è diventata qualcosa di più: come fa dire Wim Wenders a uno dei personaggi del suo film in concorso ‘la sala è l’unico luogo in cui non si può essere disturbati’, soli con se stessi, senza distrazioni”. Carlo Bernaschi, presidente Anem, ha chiosato: “Non credo sia in discussione la sala perché ce ne sono tante. Quello che è venuto a mancare è la piazza, spesso sostituita dai centri commerciali, bisogna ricondurre i giovani a centri di aggregazione come gli oratori”.In questa occasione è inoltre stata annunciata una iniziativa organizzata con Carlo Verdone a Brescia il cui ricavato andrà in beneficienza ai terremotati, in programma il 14 e 15 ottobre.
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