Di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Box Office del 15-30 maggio (n. 9-10). Per leggere il testo integrale clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.
Quando si tratta di crescere, Amazon non bada a spese. Lo ha dimostrato a più riprese nel corso degli anni e lo ha ribadito con la recente acquisizione di MGM per 8,5 miliardi di dollari, approvata a marzo sia dall’Antitrust europea che dalla U.S. Federal Trade Commission. Una maxi-operazione per il colosso americano, leader nel mondo dell’e-commerce e forte di una capitalizzazione di mercato di oltre 1,5 trilioni di dollari, seconda solo all’acquisizione della catena di supermercati Whole Foods nel 2017 per 13,7 miliardi di dollari (per farsi un’idea più chiara delle dimensioni, Disney ha inglobato 20th Century Fox, Marvel e LucasFilm rispettivamente per 71, 4 e 4,05 miliardi di dollari). E anche se al momento non sono ancora stati definiti i piani di integrazione e sviluppo di MGM in Amazon, una cosa è certa: quando la società fondata da Jeff Bezos investe in un progetto, punta sempre all’eccellenza e all’innovazione. Basti pensare all’inaugurazione del primo supermercato senza casse di Whole Foods, avvenuta lo scorso marzo a Washington DC, dove si può pagare la spesa con una semplice scansione del palmo della mano. Intanto un’anticipazione dei piani futuri di Amazon su MGM giunge dall’ultima assemblea degli azionisti, dove Bezos ha dichiarato di aver scelto lo studio per il «vasto catalogo di proprietà intellettuali. Attraverso il talento di MGM e di Amazon Studios potremo reimmaginare e sviluppare queste IP per il ventunesimo secolo. Dovremo lavorare duramente e sarà emozionante realizzare nuovi progetti con fanbase già consolidate».
Con questa operazione, il colosso di Seattle è entrato così in possesso di due asset dello studio hollywoodiano decisivi per una crescita del gruppo: il know-how e la library. Non dimentichiamo, infatti, che Amazon non nasce come studio cinematografico/televisivo (Amazon Studios è stata fondata nel 2010) e proprio l’acquisizione di MGM potrebbe rivelarsi quel trampolino di lancio a lungo atteso per fare un salto di qualità definitivo in ambito audiovisivo. Salto da cui la piattaforma streaming Amazon Prime Video potrebbe trarre i maggiori vantaggi.
NON SI VIVE DI SOLE LIBRARY
La prima conseguenza diretta di questa acquisizione, quindi, sarà la possibilità per Amazon di usufruire della storica library di MGM, così da espandere ulteriormente i confini dell’offerta Prime Video. Ed effettivamente i numeri del catalogo dello studio sono incredibili, con oltre 4.000 film e 17.000 produzioni televisive. A fare il ruolo del leone tra le proprietà intellettuali targate MGM sono soprattutto le franchise di 007 e Rocky, a cui si aggiungono celebri titoli quali Tomb Raider, la saga animata de La famiglia Addams, La pantera rosa, Il silenzio degli innocenti, Thelma&Louise, RoboCop e Stargate, oltre ai più recenti House of Gucci, Cyrano e Licorice Pizza, e a serie Tv quali The Handmaid’s Tale, Vikings e Fargo. Forte di queste IP, ora Amazon Prime Video è chiamata a fare un balzo in avanti se vuole competere allo stesso livello di una concorrenza sempre più agguerrita, strutturata e determinata a investire enormi somme pur di trovare il prossimo film o serial che garantisca una crescita degli abbonati e fidelizzi gli utenti.
Del resto, è risaputo che non tutti gli iscritti al servizio e-commerce Amazon Prime – oltre 200 milioni nel mondo – sono fruitori abituali della piattaforma streaming Prime Video, che rischia così di disperdere un enorme potenziale. E anche se non si conosce il numero esatto dei fruitori, in quanto il gruppo non comunica quanti tra i 200 milioni di iscritti acceda regolarmente al servizio on demand, quel che è certo è che una buona fetta di iscritti o non è interessata o, peggio ancora, non è a conoscenza dell’offerta audiovisiva inclusa nel proprio abbonamento Prime. In questo senso la library di MGM potrebbe garantire un nuovo flusso di titoli vitale per la piattaforma in termini di richiamo: i titoli di catalogo, infatti, sono essenziali per dare ai servizi on demand una continua parvenza di novità, anche se poi non si tratta di “novità” in senso stretto. La stessa Netflix ad esempio, a volte viene vissuta dagli utenti più come una tivù lineare, con film vecchi che rientrano nella classifica dei titoli più visti in quanto…
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