Il punto sulle window in Italia

Da inizio giugno è entrato in vigore il nuovo decreto firmato da Franceschini a fine marzo che porta a 90 giorni la finestra di esclusiva theatrical per i film italiani che hanno beneficiato dei contributi pubblici. Approfondiamo il decreto in questione e i suoi meccanismi di flessibilità

Di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Box Office del 15 giugno (n. 11). Per leggere il testo integrale clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.

Prima del Covid erano 105 giorni, poi sono stati strizzati a 30 durante l’emergenza pandemica, e ora, nel post-Coronavirus, ci si è proiettati verso 90. Parliamo ovviamente delle finestre di esclusiva theatrical in Italia, uno degli argomenti più caldi da quando è scoppiata la pandemia. Ma forse anche da prima, visto l’acceso dibattito a seguito dell’uscita simultanea sala-Netflix, a settembre 2018, di Sulla mia pelle: una uscita che aveva infiammato le proteste di buona parte del mercato, in primis l’esercizio, spingendo rapidamente all’approvazione del decreto Bonisoli che prevedeva l’obbligo, per i film italiani, a una permanenza nelle sole sale cinematografiche di 105 giorni con diversi meccanismi di flessibilità.

Ma procediamo con ordine. Nel 2018, il già citato decreto Bonisoli sanciva che i film italiani che volevano godere dei contributi pubblici dovevano arrivare prima nei cinema e lì restarci – senza essere al contempo disponibili da nessuna altra parte (pay Tv, streaming, home video…) – per 3 mesi e mezzo. Venivano poi definiti una serie di meccanismi di flessibilità, dei quali quello più noto e usato (abusato?) è stata la programmazione-evento di pochi giorni nei feriali: se il film veniva programmato per un massimo di 3 giorni, escludendo il weekend, la window si accorciava a 10 giorni.
Per i film che “violavano” le finestre la sanzione era la cancellazione di tutti i contribuiti pubblici e benefici previsti (dal tax credit ai contributi selettivi). Da ricordare che prima del decreto Bonisoli, le finestre italiane non erano regolate giuridicamente, da una legge, ma solo da accordi tra le parti che seguivano la prassi consolidata di garantire un’esclusiva theatrical che di fatto era proprio di 105 giorni come il successivo decreto.

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Poi, a partire da marzo 2020, la pandemia ha ridisegnato completamente lo scenario, portando – come si è ripetuto incessantemente in questi ultimi due anni – ad accelerare dinamiche già in atto. Dunque, a inizio maggio 2021, il ministro della Cultura Franceschini, con un decreto, ha
abbassato a 30 giorni l’esclusiva thetrical, in modo da non discriminare i titoli italiani rispetto ai blockbuster americani che nei mesi della pandemia avevano iniziato a uscire in streaming day-and-date o con finestre ben più corte. «In questa fase di ripartenza delle attività – commentava
Franceschini – è fondamentale sostenere le sale cinematografiche e allo stesso tempo riequilibrare le regole per evitare che il cinema italiano sia penalizzato rispetto a quello internazionale».

Dopo mesi in cui le associazioni di categoria, con Anec in prima linea, hanno chiesto di rivedere il decreto, ora si è tornati a tre mesi. A fine marzo 2022, Franceschini stesso aveva firmato un nuovo Decreto entrato in vigore a inizio giugno in cui l’esclusiva in sala è di 90 giorni. Vengono poi ripresi i meccanismi di flessibilità del vecchio decreto Bosinoli. Ossia, repetita iuvant:
10 giorni per gli “eventi”, ovvero film che escono per un massimo di tre giorni ed esclusivamente nei feriali
60 giorni per i titoli che escono in meno di 80 copie e fanno segnare meno di 50.000 presenze nei primi 21 giorni di programmazione

L’arrivo di una nuova regolamentazione delle finestre in Italia è un segnale importante e….

Per leggere il testo integrale (con anche un intervento sul tema del direttore generale cinema e audiovisivo Nicola Borrelli) scarica QUI i pdf del magazine.

Ricordiamo poi che sono state diffuse delle voci su una possibile nuova riduzione a 45 giorni della finestra di esclusiva theatrical per i film italiani da parte di Franceschini. 

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