Dopo l’ennesimo spostamento di un blockbuster come No Time to Die, è finito il tempo di scambiarsi pareri, fare convegni, ecc. Alcune cose le abbiamo già dette e speriamo siano chiare. Bisogna fare il massimo per salvare l’esperienza della sala cinematografica e, se non agiamo subito, il rischio è di raggiungere un punto di non ritorno per tutta l’industria. In questo, grande responsabilità hanno i vertici delle principali associazioni di categoria, figure capaci che lavorano al fianco di molte altre persone – altrettanto capaci – a capo di aziende (manager e imprenditori), anche grandi. Alla guida dell’Accademia David di Donatello possiamo contare su una persona che conosce davvero il mercato, i talent e gli autori, che può mettere in moto una campagna seria a supporto di tutti i film italiani in uscita (perché se “finisce” la sala, non lavoreranno molto neanche i “bravi” e i “famosi”). È il momento del cinema italiano ed europeo, che può e deve mantenere alta l’attenzione del pubblico e generare incassi, per quanto ridimensionati, nelle sale.
Cosa si può fare di più?– Dobbiamo chiedere al ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, un tax credit straordinario per le P&A dei film italiani e di produzione estera (i pochi che escono e hanno qualche possibilità non investono per evidenti timori). Vanno poi supportati anche i distributori in maniera più netta, mentre ai lavoratori dello spettacolo va mantenuta la possibilità della CIGS, che va pagata nei tempi dovuti.– Dobbiamo chiedere (tema del prossimo editoriale di Box Office) ai principali partner dei lanci cinematografici (Mediaset, Rai e Sky, ma anche altri broadcaster, radio, quotidiani e siti online generalisti top) di offrire spazi gratuiti per una campagna massiccia. Perché se il cinema in sala “crollasse”, questi canali non riceverebbero certo gli stessi investimenti dalle piattaforme streaming.– Servono idee nuove per storie che diano vita a film di grande appeal (con piccoli o grandi investimenti non importa) in grado di attrarre il pubblico e di innescare un forte passaparola (non è semplice ma si può fare, anche qui facendo scelte).– Bisogna sostenere i due grandi circuiti, perché se chiudono loro è un problema per tutti.– Non bisognare mollare sui grandi eventi come la Festa del Cinema di Roma e il MIA, che vanno realizzati a ogni costo e con le giuste garanzie di sicurezza.I nostri nonni (e bisnonni) hanno affrontato la guerra, hanno patito la fame, sono emigrati in tutto il mondo, magari lavorando 12-14 ore al giorno accontentandosi del primo posto di lavoro disponibile. Ma non si sono mai persi d’animo. Hanno ricostruito, sempre, dopo la prima e la seconda guerra mondiale, sotto le dittature, affrontando con dignità ingiustizie e dolori. Non ci manca nulla se non la decisione di assumere fino in fondo le scelte e le battaglie che la realtà ci impone. Ma dipende da ciascuno di noi, ognuno con le proprie responsabilità (da quelle che si sentono dentro, a quelle che vengono affidate, fino a quelle verso i propri cari).
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