Il pubblico italiano ha sempre più fame di anime

Sempre più film giapponesi trovano spazio al cinema, e le realtà italiane che stanno investendo in questo genere sono molte. Analizziamo questo fenomeno
Il film d'animazione Haikyu! - Battaglia all'ultimo rifiuto è uscito quest'anno con Eagle e ha incassato quasi 700mila euro in Italia

Il 2024 cinematografico in Italia si è aperto con una grande sorpresa al botteghino: prima di Inside Out 2 e di Kung Fu Panda 4, infatti, il film d’animazione più visto è stato a lungoIl ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki. Con i suoi quasi 7 milioni di euro, si è rivelato anche l’anime con l’incasso più alto degli ultimi 10 anni, nel corso dei quali sono usciti circa 120 titoli provenienti proprio dall’Estremo Oriente. Ma cosa significa anime? Quali sono le ragioni del crescente interesse del pubblico italiano attorno a questo genere? Quanto è forte il legame di questo genere con la letteratura manga? E come le realtà italiane che investono di più in questo settore affrontano la distribuzione e la promozione di questi titoli? Tutte domande che hanno stimolato l’analisi contenuta in questo speciale sulle molte anime… degli anime.

Quest’anno Lucky Red ha portato in sala Il ragazzo e l’airone di Miyazaki che con un incasso di 6,9 milioni di euro è diventato l’anime di maggior successo degli ultimi 10 anni

GLI INCASSI DEGLI ANIME IN ITALIA
Prima di addentrarsi nei freddi numeri, conviene partire dalla base e identificare con precisione cosa sia un anime. Con il termine, nel mondo occidentale, si intendono le opere commerciali di animazione di produzione giapponese: non viene fatta, quindi, alcuna distinzione tra un prodotto interamente originale o basato su un manga, ovvero su un fumetto originario del Giappone, dove in realtà col termine anime indicano qualsiasi tipo di prodotto animato. L’animazione giapponese è, però, molto diversa da quella americana o europea, ha una lun-ghissima storia come medium eterogeneo, variegato e soprattutto con diversi target ai quali riferirsi e tecniche codificate che rendono difficile accomunare un film d’animazione statunitense e uno giapponese; motivo per cui nella cultura di massa il termine è finito col designare – alle nostre latitudini – specificatamente quel tipo di prodotto. E se, per ovvie ragioni, il nostro Paese è storicamente più ricettivo all’animazione americana, negli ultimi anni gli anime giapponesi si stanno ritagliando uno spazio crescente nei nostri cinema, con un’accelerazione significativa nell’ultima stagione. Lo dimostra anche la fortissima attenzione delle piattaforme streaming verso questo genere, basta aprirne una qualsiasi e digitare “anime” nel motore di ricerca per sfogliare decine e decine di film e serie anime.

Considerando i dati Cinetel relativi agli ultimi 10 anni, scopriamo che sono stati 117 quelli arrivati nelle nostre sale tra eventi, riedizioni e normali uscite in cartellone. Restringendo l’analisi, si nota come dal 2019 ai primi di giugno 2024 siano stati distribuiti 57 film – esattamente la metà, quindi, ma considerando le uscite in programma fino a fine anno il rapporto cambierà. Tuttavia, solo 2/10 film usciti nell’ultimo lustro rientrano nella Top 10 dei maggiori incassi dell’animazione giapponese in Italia degli ultimi anni. Al primo posto c’è, con grande distacco, Il ragazzo e l’airone (6.903.243 euro, distribuito Lucky Red), che curiosamente chiude anche la classifica ristretta con Si alza il vento del 2014 (1.008.829 euro, sempre Lucky Red). Dietro al vincitore dell’Oscar di categoria nell’edizione 2024, troviamo Captain Harlock (5.106.287 euro) e Doraemon – Il Film (2.603.375 euro) entrambi del 2014. Prima di un’altra doppietta di Doraemon, trovano spazio nella Top 5 Dragon Ball Super: Broly – Il Film (2.463.457 euro nel 2019) e Dragon Ball Super: Super Hero (1.461.645 euro nel 2022). Restano da citare solo Jujutsu Kaisen 0 – The Movie del 2002 con 1.116.948 euro nel 2022 e One Piece Film: Red a 989.217 euro nello stesso anno.

Il film d’animazione Jujutsu Kaisen 0 – The Movie (Nexo) ha incassato 1,1 milioni di euro al box office italiano nel 2022

Nessun altro anime è riuscito poi a superare la soglia del milione di euro al botteghino italiano, ma si segnalano comunque alcune ricche uscite evento come quella relativa a Your Name nel 2017, The First Slam Dunk nel 2023 e la più recente re-release di Perfect Blue (aprile 2024). Come intuibile da questo sguardo ai piani alti della classifica, l’offerta è eterogenea e i risultati hanno premiato sia anime slegati da affermate franchise, sia prodotti completamente originali – come appunto i film di Hayao Miyazaki o quelli di Makoto Shinkai, che dal 2017 a oggi ha incassato quasi 2 milioni di euro al botteghino italiano con Your Name, Weathering with You (ottobre 2019) e Suzume (aprile 2023). Nonostante questo, però, è chiaro che gli anime che vanno per la maggiore in Italia siano quelli di affermate IP giapponesi come Dragon Ball, One Piece, Doraemon o i relativamente recenti fenomeni My Hero Academia, Demon Slayer, Jujutsu Kaisen e Haikyu – con qualche rara ma fruttuosa comparsa di titoli anni ‘70, ‘80 e ‘90. Si può dire, quindi, che gli anime siano diventati mainstream? «Finalmente sì – è il parere di Frida Romano (film marketing director) e Marco Boschi (Product Manager Home Entertainment) di Plaion Pictures, che dal 2016 con Anime Factory distribuiscono molti titoli in Italia – la realtà è che non abbiamo mai avuto così tanti anime disponibili. In modo del tutto inatteso anche il Covid ha impresso un boost incredibile a questo fenomeno: i ragazzi relegati in casa hanno divorato serie anime e di manga diffondendo ancora di più la cultura ad un livello di età sempre più basso e diffuso». L’etichetta sottolinea diaver creduto fortemente nella «dignità del prodotto in quanto animazione di qualità (se non di autore), anticipando un trend di mercato in via di sviluppo costante» che ha portato alla release di franchise come Dragon Ball ma anche anime di nuova generazione. Curiosamente Plaion, Lucky Red e Nexo Digital concordano tutte su un fattore: l’importanza di fiere come il Lucca Comics. «Ci siamo accorti di quanto fosse atteso Il ragazzo e l’airone proprio lì – racconta Valerio Scarinci, responsabile della comunicazione di Lucky Red – Parte della promozione del film è stata proprio seguire questi eventi, dove c’è il pubblico di riferimento di questi titoli». Gli fa eco a distanza Franco Di Sarro, ad di Nexo Digital: «Abbiamo sempre collaborato con grandi Festival, con le fumetterie, cercando di costruire fanbase diverse di appassionati, in modo da dialogare con i diversi titoli e ottenere risultati importanti nel corso degli anni».

Dragon Ball Super: Broly il film (2019) ha registrato il maggiore incasso della saga di Dragon Ball negli ultimi 10 anni. Distribuito da Koch Media, ha totalizzato 2,4 milioni di euro

CHI È IL PUBBLICO ITALIANO?
Come dicevamo, ultimamente in Italia il pubblico sembra sempre essere più ricettivo verso il mondo degli anime, come testimoniato dai recenti risultati de Il ragazzo e l’airone e di altre uscite evento. La parola d’ordine che emerge dai contributi che abbiamo raccolto, però, è quasi sempre “target eterogeneo”: «È un mondo con target e prodotti molto diversi – è il parere di Di Sarro – si va dal mondo dei bambini, ai teen, agli young adult a cross-over tra teen e adulti. Una parte di pubblico è totalmente nuova, ma c’è anche un nutrito pubblico che arriva dagli anni ‘80». Si accodano anche da Plaion Pictures: «Se il pubblico dello streaming è principalmente vasto, giovane, basso spendente, e il pubblico del supporto fisico è ridotto, più adulto e alto spendente, quello del cinema include entrambe questa categorie, privilegiando sia prodotti di licenze famose sia anime più qualitativi o d’autore». È un pubblico eterogeneo, come sintetizza anche Scarinci di Lucky Red: «Nelle fiere abbiamo incontrato pubblico di tutti i tipi, da teenager appassionati da pochi anni a over 30 o genitori che portano i figli alla scoperta del mondo dell’animazione. È un pubblico verticale ma anche orizzontale: quando si portano al cinema 1 milione di persone, significa che ci si è allargati in maniera importante rispetto al core verticale». Fa eccezione in questo quadro Sony, che oltre a titoli come Demon Slayer, Jujutsu Kaisen, Spy x Family e originali come Suzume, porta in sala anche prodotti legati a mondi specifici (il calcio con Blue Lock, la pallavolo con Haikyu): «È un pubblico verticale per interessi, che molto spesso è già informato dell’uscita perché c’è grande fermento attorno ai film. Sono puristi del genere: si passa da coloro che amano questi prodotti ad altri che seguono gli adattamenti, fino a chi è fedele e fidelizzato persino ai doppiatori italiani», sottolinea Alessia Garulli, Vice President Marketing & Distribution Sony Pictures Italia. Il quadro italiano sembra in linea con i più recenti sondaggi internazionali: secondo una ricerca1, in Giappone il 42% del pubblico anime è Millenials, seguito dal 25% di Gen Z Adults e il 21% di Gen X; cambiano invece i rapporti negli Stati Uniti, dove secondo un’altra survey2 il 42% del pubblico è Gen Z e il 25% Millenials. Siamo quindi in un periodo storico in cui questo tipo di prodotti hanno la capacità di attirare diversi tipi di target. E questo anche grazie alla crescente diffusione della letteratura giapponese nel mondo – ovvero i manga.

Distribuito da Nexo nel 2017, il film d’animazione Your Name ha incassato 730mila euro in Italia

ANIME E MANGA, BINOMIO (QUASI) ASSOLUTO
Come evidenziato, in maniera non dissimile da quanto accaduto a Hollywood tra cinecomic e fumetti, anime e manga sembrano indissolubilmente legati tra loro. Lo dicono i numeri relativi al box office, ma non solo. La sempre più corposa diffusione di questi prodotti nelle sale italiane va di pari passo con la crescita dell’interesse del pubblico, testimoniata dai dati condivisi a maggio 2024 dall’Associazione Italiana Editori (AIE)3. Nel report, dedicato al mercato del libro nei primi mesi dell’anno, viene evidenziato un dato che potrebbe trarre in inganno: rispetto al 2023, infatti, sembra essersi attenuato l’effetto manga sul mercato italiano; le vendite hanno registrato un calo del -18,4% da un anno con l’altro (18 milioni di euro contro 14,7 milioni), ma l’evoluzione da considerare è soprattutto quella degli ultimi 5 anni: nel 2019 il mercato dei manga in Italia valeva 3,3 milioni di euro ed è quindi cresciuto del +445% durante gli anni dell’emergenza Covid-19 e oltre. Il dato locale va di pari passo con la crescita dell’intero settore che riguarda anche il Giappone: nel 2023 è stato registrato un nuovo record di vendite con ¥693 miliardi (circa 4,01 miliardi di euro), terzo incremento annuale consecutivo. Secondo i dati del portale giapponese Oricon, a guidare le vendite nel 2023 sono stati soprattutto One Piece (terzo in classifica con 7,19 milioni di copie vendute che vanno ad aggiungersi alle oltre 516 milioni che lo rendono il manga più venduto della storia), Jujutsu Kaisen (8,54 milioni di copie) e Blue Lock (10,5 milioni di copie). Quest’ultimo si segnala come nuovo fenomeno del momento e quest’anno è uscito in Italia con Eagle anche il film Blue Lock The Movie – Episode Nagi. Crescono le vendite di manga, quindi, così come crescono gli spazi che le librerie destinano a questo tipo di narrativa e di conseguenza cresce l’interesse che il mondo del cinema e della televisione dimostra verso il settore, come dimostrano anche i recenti investimenti portati avanti da diverse realtà non solo locali ma globali.

Quest’anno sono stati registrati quasi 300mila euro nelle sale italiane con il film d’animazione Spy x Family – Code: White (Sony)

L’ERA DELLO STREAMING E DI CRUNCHYROLL
Non è solo il cinema a interessarsi al mondo degli anime, ma anche quello delle piattaforme streaming. Colossi come Netflix e Prime Video hanno infatti cavalcato l’onda delle vendite dei manga e della proliferazione dei relativi anime per includere sulle proprie piattaforme titoli destinati a qualsiasi target di pubblico. Su Netflix, per esempio, si possono trovare stagioni di Jujutsu Kaisen, Demon Slayer, Dr. Stone o ancora Full Metal Alchimist, Attack on Titan, Le bizzarre avventure di JoJo e piccoli casi come Baki; il colpo grosso però la piattaforma lo ha fatto a gennaio, quando ha portato le puntate dell’arco di Egghead di One Piece nel proprio catalogo. Prime Video non è da meno: sulla piattaforma di Amazon sono disponibili film e serie di Dragon Ball, Pokémon, Naruto, Bleach, Demon Slayer, Fairy Tale e qualche titolo d’antan come L’uomo tigre, Lupin, Sampei e Conan – Il ragazzo del futuro, ma da poche settimane ospita anche l’anime campione d’incassi mondiale The First Slam Dunk; inoltre, al suo interno ospita anche Anime Generation di Yamato Video, canale a pagamento con un corposissimo catalogo di anime, sia storici che recenti.

One Piece Film: Red (Plaion) ha sfiorato il milione di euro al cinema nel 2022

La più grande realtà streaming dedicata al settore è però Crunchyroll, servizio streaming on demand statunitense specializzato nella distribuzione di film e serie
anime, e in generale prodotti nell’Asia orientale, che a gennaio 2024 ha superato i 13 milioni di abbonati nel mondo. Fondata nel 2006, è rapidamente diventata la casa degli anime e ha inevitabilmente attirato l’attenzione delle grandi major: dopo un paio di passaggi di mano, nel 2020 Funimation, sussidiaria di Sony Pictures Television, ha raggiunto un accordo con AT&T e Warnermedia e ha rilevato il servizio streaming per 1,175 miliardi di dollari. Il colosso giapponese ha portato avanti altri investimenti nel settore: a maggio 2024 ha annunciato la nascita di una nuova accademia per sviluppare talenti coinvolti nella creazione di anime. «Per noi è una grande opportunità – ci conferma Garulli di Sony Italia a proposito del legame con Crunchyroll – Ci consente di diversificare il prodotto, è fondamentale. La conversione dalle piattaforme al cinema non è sempre scontata, quando parliamo di anime e a volte anche solo di episodi di serie e non interi film. Vuol dire però che il pubblico risponde e ha fame di questo genere». Fame che, senza dubbio, si rifletterà sul calendario e sulla proposta di anime in uscita nelle sale per il prossimo futuro.

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