Il pensiero indipendente di Indiana Production

Marco Cohen e Fabrizio Donvito, Founder & Partner della casa di produzione, svelano gli ingredienti per traghettare il cinema italiano fuori dalle sabbie mobili

Di seguito un estratto dell’intervista a Marco Cohen e Fabrizio Donvito, entrambi Founder & Partner di Indiana Production, pubblicata su Box Office del 30 ottobre (n. 18). Per leggere il testo integrale clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.

Come definirebbe oggi la linea editoriale di Indiana Production?
Fabrizio Donvito: Indiana non segue una rigida linea editoriale, ma sviluppa storie e film che ritiene necessari per il mercato cinematografico, capaci di intercettare i gusti del pubblico. L’obiettivo è quello di produrre meno e meglio, far sì che i film per la sala siano i più meritevoli di essere raccontati. Una dinamica che acquista ancora più importanza in questo momento così delicato per il cinema italiano, appesantito da oltre due anni di emergenza sanitaria. Ma nonostante le difficoltà non abbiamo smesso di produrre film per il cinema e crediamo fermamente nell’esperienza theatrical.

Che bilancio fate di questi sei anni di partnership con Vision Distribution, di cui siete soci?
Marco Cohen: È stato fatto un grande investimento economico e strategico, e il bilancio è assolutamente positivo. Abbiamo dimostrato che quando ci sono in campo idee ambiziose, anche in Italia si può fare sistema tra produttori concorrenti, realizzando una grande partnership insieme a Sky. Citando uno dei più grandi successi di Vision, tutti pensavano che saremmo durati “come un gatto in tangenziale” e invece la società prospera. Vision valuta ciascun film dei soci produttori in assoluta autonomia e questo processo ha migliorato anche i nostri rapporti con gli altri distributori.

Toni Servillo in una scena de Il ritorno di Casanova diretto da Gabriele Salvatores (© courtesy of Indiana Production)

Ci racconti i prossimi titoli di punta di Indiana in uscita sul grande schermo.
M.C. Innanzitutto Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores, che dovrebbe uscire in sala nel 2023. Molto rilevante anche L’ultima notte di amore di Andrea Di Stefano (Escobar, The Informer). A questi si aggiungono l’esordio da regista/attrice/co-sceneggiatrice di Pilar Fogliati con Romantiche (Giovanni Veronesi tra gli cosceneggiatori), e l’opera prima di Brando De Sica Mimì – Il principe delle tenebre, horror girato a Napoli. Tutti questi film dovrebbero approdare al cinema nel 2023. Infine, per Amazon Prime Video abbiamo prodotto l’opera prima di Antonio Dikele Distefano.

E tra i film ancora in pre-produzione o produzione?
F.D. In ordine di partenza troviamo Confidenza di Daniele Luchetti, scritto con Francesco Piccolo, tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone, L’ordine del tempo di Liliana Cavani, tratto dal libro di Carlo Rovelli, Dieci minuti di Maria Sole Tognazzi, il nuovo film di Giorgio Diritti, Lubo, e il commovente documentario omaggio a Massimo Troisi Laggiù qualcuno mi ama diretto da Mario Martone, da lui scritto insieme ad Anna Pavignano, sceneggiatrice dei film di Troisi, impreziosito da materiali inediti. E abbiamo in programma anche alcune serie Tv.

Il film Romantiche segna l’esordio da regista/attrice/co-sceneggiatrice di Pilar Fogliati (© courtesy of Indiana Production)

Ad esempio?
F.D. Sono terminate le riprese della serie internazionale di otto puntate Unwanted, realizzata per Sky, scritta da Stefano Bises, liberamente ispirata al libro Bilal di Fabrizio Gatti. Successivamente, tra marzo e aprile 2023 gireremo per Netflix la serie Il Gattopardo partendo direttamente dal celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa. E abbiamo tanti altri titoli che ancora non possiamo annunciare.

In questi anni sempre più case di produzione italiane sono entrate nell’orbita di colossi internazionali. Come giudicate questo trend?
M.C. In un certo senso era inevitabile. Questo fenomeno è un riconoscimento da parte di gruppi esteri del valore che l’industria italiana è riuscita a costruire negli ultimi anni. Dispiace solo che di questo valore se ne siano accorti prima all’estero che in Italia.

Voi valutereste eventuali proposte di acquisizione da partner internazionali?
F.D. Più che proposte di acquisizioni, valuteremmo offerte di networking e quindi di costruzione del business. Per ora intendiamo mantenere la nostra indipendenza.

Ad oggi il cinema italiano è il segmento che sta scontando maggiormente le conseguenze negative della pandemia in termini di box office. Intravvede una via di uscita concreta?
F.D. Due nostre produzioni sono uscite nei cinema italiani in concomitanza con grandi blockbuster americani. Mi riferisco a…

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