Il Museo del Cinema di Torino inaugura una sezione dedicata ai videogiochi

La nuova area verrà inaugurata da una speciale masterclass con David Cage, fondatore di Quantic Dream e autore di celebri titoli come Heavy Rain e Detroit: Become Human
museo cinema torino

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino è pronto ad inaugurare una delle prime aree permanenti in Italia e nel mondo interamente dedicata ai videogiochi. Stando a quanto riportato, la VIDEO GAME ZONE sarà allestita una chapelle dell’Aula del Tempio, cuore della Mole Antonelliana e il debutto è fissato nei prossimi giorni.

L’area sarà curata da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema, e Fabio Viola e in collaborazione con l’Università degli studi di Torino. Verrà proposto un percorso espositivo per immergersi nel mondo dei videogiochi grazie a una proiezione centrale con un montato di film e serie tv che hanno citato o si sono ispirate alla gaming culture, ma non solo. Quattro postazioni audiovideo mostreranno intro e trailer dei videogiochi, del loro processo di realizzazione, immagini di repertorio e molto altro per restituire uno spaccato sull’evoluzione estetica dei videogiochi.

Oltre la realizzazione di un’area dedicata, il Museo Nazionale del Cinema – reduce da un periodo da record per gli ingressi – ha intrapreso anche campagna di acquisizione legata al mondo del gaming, che non si limita alla versione giocabile ma include rari e inediti materiali di produzione e game design, quali concept art, manuali tecnici, appunti, storyboards, disegni preparatori, sceneggiature e oggetti utilizzati internamente nelle fasi creative prima del rilascio.

Le prima tranche di acquisizioni include 13 titoli: ALAN WAKE 2 (Remedy Entertainment, 2023), ANOTHER WORLD (Éric Chahi, 1991), ASSASSIN’S CREED® MIRAGE (Ubisoft, 2023), BRAID (Number None, 2008), BROKEN SWORD (Revolution Software, 1996), DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT (Kojima Productions, 2021), DETROIT: BECOME HUMAN (Quantic Dream, 2018), FINAL FANTASY VII (Square Enix, 1997), GONE HOME (Fullbright, 2013), HEAVY RAIN (Quantic Dream, 2010), LIFE IS STRANGE (Square Enix, 2015), PRINCE OF PERSIA (Jordan Mechner, 1989), RED DEAD REDEMPTION (Rockstar Games, 2010). Il piano delle acquisizioni verrà progressivamente implementato con nuove opere, tra cui HER STORY (Sam Barlow, 2015), TELLING LIES (Annapurna Interactive, 2019) e IMMORTALITY (Half Mermaid, 2022).

A inaugurare la nuova area del Museo, inoltre, sarà una Masterclass con David Cage, fondatore di Quantic Dream prevista per le 11.30 del 2 luglio 2024. Artista visionario con una carriera che abbraccia tre decenni, l’autore francese ha costantemente dimostrato la sua capacità di innovare, firmando capolavori come Fahrenheit (2005), Heavy Rain (2010), Beyond: Two Souls (2012) e Detroit: Become Human (2018). Cage parteciperà a un confronto con il direttore Domenico De Gaetano e Fabio Viola, offrendo la propria visione creativa ed esplorando le convergenze tra cinema e videogiochi.

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«Dopo le salette dedicate al VR, il Museo Nazionale del Cinema si apre a nuovi linguaggi che possano dialogare in maniera trasversale e indirizzarsi a un pubblico sempre più ampio – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino – Stiamo attraversando un momento di grandi e rapide trasformazioni, sta anche a noi, come museo, saperle intercettare per tempo e metterle a disposizione dei nostri tantissimi visitatori».

«Il cinema e il videogioco hanno caratteristiche, strutture, personalità e metodi di fruizione totalmente diversi, ma le intersezioni e le influenze reciproche sono innumerevoli e sempre più evidenti – è invece il commento di Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e co- curatore dell’allestimento – Abbiamo creato uno spazio unico nel suo genere, perfettamente inserito nel percorso museale, che racconta il legame sempre più forte tra videogioco e cinema. Inizia così un percorso di acquisizione di opere, di studio e ricerca, il tutto volto alla realizzazione di una mostra che vedrà la luce nei prossimi anni».

Fonte: Museo Nazionale del Cinema

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