È inevitabilmente un anno con perdite pesanti per le sale cinematografiche. Secondo i dati resi noti da Comscore, nei Paesi del mondo fuori gli Stati Uniti le perdite al box office vanno dal -57% al -76%. I cali più elevati negli incassi sono quelli di Regno Unito e Irlanda che segnano appunto -76% sul 2019. Seguono poi Italia e Spagna (entrambe sul – 72%), Corea (-71%), Cina (-70%), Germania e Francia (-69%), Australia (-65%), Nuova Zelanda (-62%), Giappone (-61%) e Russia (-60%).
Come sottolinea Eric Marti, capo di Comscore France, a incidere sulle performance dei singoli box office, la durata delle chiusure dei cinema d la forza delle industrie locali, quindi la capacità dei film nazionali di compensare la mancanza di blockbuster hollywoodiani. Se dunque il Regno Unito ha registrato perdite più alte per via di un’assenza di prodotto americano, il Giappone ha tenuto proprio grazie a successi di film giapponesi come il campione di incassi Demon Slayer the Movie: Mugen Train. La tenuta del mercato russo, invece, si deve anche al fatto che lì i cinema russi sono rimasti aperti dal 15 luglio.
In Francia, i cinema sono rimasti chiusi per 176 giorni nel 2020, ma le produzioni nazionali sono riuscite a sostenere la riapertura dal 22 giugno al 28 ottobre, con una quota di mercato che è salita dal 40,4% di ottobre 2019 al 62,1% di ottobre 2020.
Il mercato che ha meglio resistito al COVID-19 è quello dei Paesi Bassi, dove il botteghino totale del 2020 è sceso solo del 57% rispetto al 2019.
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