Nel primo lunedì dopo lo stravolgimento ai vertici del Ministero della Cultura, con le dimissioni di Gennaro Sangiuliano e l’arrivo al dicastero di Alessandro Giuli, arrivano le prime considerazioni critiche sull’avvicendamento e su cosa bisognerebbe fare ora per l’industria cinematografica. A esprimersi, tramite un’intervista a Repubblica, è il presidente dell’Unione produttori di Anica Benedetto Habib.
Si parte dalle parole pronunciate da Nanni Moretti dal palco dell’81° Mostra del Cinema di Venezia, dopo essere stato premiato nella sezione Venezia Classici per Ecce Bombo. Il regista e attore ha puntato duramente il dito contro l’attesa nuova legge tax credit per il cinema, invitando a protestare e far sentire la propria voce contro le nuove norme in arrivo. Habib risponde all’appello e, quando gli viene chiesto cosa abbia sbagliato Sangiuliano, risponde: «È stato fastidioso che negli ultimi tempi in taluni casi il ministro abbia fatto fatica a comprendere il valore industriale che questo settore rappresenta, oltre a quella culturale. Noi non siamo una controparte, siamo l’industria di riferimento del ministero della Cultura. Che dà lavoro a 200 mila persone, che rappresenta un sistema di promozione internazionale enorme, che ha mutato negli ultimi quindici anni completamente la sua natura da struttura artigianale a industriale, anche con i grandi investimenti da parte delle piattaforme. Mi auguro che il nuovo ministro Giuli si prenda carico con orgoglio della nostra industria. Non abbiamo riferimenti ideologici che cambiano il contesto culturale del Paese. Bisogna tornare a collaborare, anche in relazione alla congiuntura».
Per il presidente dei produttori Anica, Nanni Moretti ha ragione: «Abbiamo avuto una doppia empasse, quello della riforma con tutte le incertezze che ne sono derivate. E una congiuntura che ha frenato: alcune piattaforme hanno ridotto gli investimenti, Paramount li ha azzerati. Questo continuerà. E nel momento in cui il settore privato scende, le preoccupazioni rispetto al sostegno pubblico hanno amplificato il senso di rischio». Il nuovo ministro Giuli, secondo il suo parere, dovrebbe subito intervenire su alcuni punti: «Le commissioni per i contributi selettivi: ora, oltre ai contributi sono loro a permettere al film una maggiore facilità di accesso al tax credit, quindi diventano ancora più importanti. A maggior ragione il criterio con cui è scelto chi ne fa parte deve essere quello della competenza. Bisogna guardare alla composizione delle commissioni che l’ex ministro Sangiuliano si è affrettato a firmare, in modo anche un po’ scomposto rispetto all’educazione istituzionale».
Per quanto riguarda il tax credit, invece, secondo Benedetto Habib bisognerebbe allargare il numero di società, rendendo più flessibili i criteri: «Credo sia importante alleggerire i criteri relativi alla copertura finanziaria per l’accesso al tax credit, perché il quaranta per cento di risorse private oggi richiesto è difficile da ottenere, per chi è all’opera prima o seconda, per i giovane autori. Questi tre aspetti che riguardano principalmente la novità di questa norma, cioè i nuovi criteri e prerequisiti di ammissibilità, devono essere chiariti» ha dichiarato.
Fonte: Repubblica
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