Dopo oltre 50 anni, Claudio Gubitosi è pronto a lasciare il Giffoni Film Festival da lui fondato. Il fondatore della kermesse ha annunciato di essere pronto a fare un passo indietro e di lasciare il festival dei ragazzi nelle mani del figlio Jacopo, già da cinque anni nella direzione del festival, alla fine della prossima edizione, ma tuttavia conserverà un ruolo importante per garantire continuità all’evento. «L’idea resterà nelle mani del team che ho formato, io mi occuperò di produzione e divulgazione per i ragazzi» ha dichiarato.
L’annuncio arriva poco dopo aver battuto il record di longevità alla guida di un festival internazionale: «Mi gratifica un altro risultato – ha però ammesso Gubitosi con un’intervista a Il Mattino – La soddisfazione maggiore è aver costruito una rassegna che nella graduatoria di qualità dei festival del cinema mondiali è al settimo posto, dopo il Sundance. Cannes, la Mostra di Venezia, il Tribeca, la Berlinale e Toronto. Siamo riusciti a infrangere un tabù incrollabile: che certe iniziativa potessero sorgere soltanto nelle grandi città e dove c’erano tutti i servizi, ma non al Sud».
Nell’intervista, Gubitosi ha ricordato gli anni difficili del terremoto del 1980 e quelli dell’emergenza Covid del 2020: «Ripensando a queste esperienze, sento oggi il diritto e il dovere di evidenziare i risultati dell’immenso lavoro che è stato svolto». Si avvia ora una stagione nuova: «Siamo già andati oltre il concetto stesso di festival. La nostra struttura oggi conta 90 addetti e 300 collaboratori, articolata in 14 dipartimenti con un consiglio d’amministrazione e una direzione. Giffoni è un caso unico in Italia, ha esteso le sue attività durante tutto l’anno, trasformandosi in un motore culturale permanente».
Con il passaggio della direzione a un nuovo team, che include suo figlio Jacopo come Direttore Generale, Gubitosi continuerà a contribuire al mondo della cultura attraverso nuovi progetti, tra cui il Campus dell’Alta Formazione e la produzione di film e serie di animazione. Ha inoltre espresso il desiderio di raccontare la sua esperienza in conferenze e incontri, per trasmettere alle nuove generazioni la passione e la determinazione che hanno reso Giffoni un successo internazionale. «Dalla prima edizione a oggi, abbiamo costruito legami con milioni di ragazze e ragazzi, ascoltandoli, comprendendo le loro esigenze, le loro fragilità, il loro potenziale. Abbiamo dato spazio per esprimersi, creando un ambiente in cui la cultura non è imposta, ma condivisa, vissuta, messa in discussione e rinnovata continuamente. Molti entrano in contatto con Giffoni da bambini e continuano a tornare da adulti. Crescono con il festival, perché qui trovano un luogo in cui le loro idee contano davvero. Da anni stiamo formando individui motivati, coinvolti, aperti al dialogo. Persone più consapevoli e, forse, anche più felici» ha detto nel comunicato diffuso in queste ore.
Gubitosi ha poi rivelato di stare pensando ad un nuovo laboratori che possa accompagnare chi ha un’idea alla sua realizzazione completa. Un progetto che nelle intenzioni verrà realizzato insieme a Iginio Straffi, fondatore di Rainbow; in cantiere c’è anche un progetto di divulgazione affidato ai giovani e da realizzare insieme a Massimo Osanna, direttore generale dei musei al Ministero della Cultura. Il fondatore del Giffoni Film Festival resterà in carica ancora per l’edizione 2025, poi la sua intenzione è quella di diventare «il cantastorie di questa avventura» in giro per il mondo.
Nell’intervista e nel comunicato, c’è stato spazio anche per tornare sulla polemica relativa ai fondi per il festival: «È quasi umiliante per me dover parlare di questo, spiegare e difendermi, quando la realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti – ha detto Gubitosi – Le cifre dimostrano che Giffoni è stato colpito in modo ingiustificato e ciò che rende ancora più grave questa decisione è che i fondi sottratti non sono stati riassegnati». Prima del passo indietro che verrà ufficializzato il 31 dicembre 2025, si dice pronto a parlare con la premier Meloni e il ministro Giuli: «Vorrei condividere il messaggio di Giffoni che è simbolo di vita, felicità e bellezza che si rinnova». Due settimane prima del Festival, abbiamo subito questa scelta punitiva che ha penalizzato solo Giffoni tra tutti gli eventi culturali del nostro Paese. Un danno enorme al quale ho risposto difendendo il Festival e questa azienda, mettendoci la mia faccia e la mia vita per migliaia di ragazze e ragazzi che aspettavano Giffoni come si aspetta il Natale”.
Fonte: Il Mattino
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