Va in archivio la 29a edizione del Torino Film Festival tra la soddisfazione generale, anche se rimane qualche ombra sul futuro. «Sono molto contento per questa mia terza edizione da direttore» ci conferma Gianni Amelio al termine del 2011. Innanzi tutto per la risposta di pubblico: il concorso è stato seguito da oltre il 25% di spettatori in più per ogni replica, e non è scontato dal momento che molti titoli non hanno credenziali divistiche; vuol dire che gli spettatori si fidano delle proposte dei selezionatori; ulteriore conferma è il fatto che gli spettatori si fermavano volentieri a dialogare con autori e attori al termine delle proiezioni principali. Ma anche le altre sezioni hanno avuto grandi riscontri: in particolare c’è stato grande entusiasmo per le retrospettive su Sion Sono, scoperto dal pubblico a Torino, e su Robert Altman (con alcune proiezioni esaurite). Le presenze sono state agevolate dall’aumento dei posti a disposizione, grazie alla capienza delle sale della Multisala Reposi (penso in particolare alla sala grande) dove il festival è tornato; ma ci ha aiutato anche il sistema di prevendite, che ha funzionato benissimo». Amelio si è dichiarato soddisfatto anche dei premi assegnati dalla giuria guidata da Jerry Schatzberg, «coerenti con lo spirito del festival, che predilige la promozione di nuovi talenti cui serve visibilità presso i distributori internazionali ma anche nel suo Paese». Quanto al suo futuro, sembra probabile che dopo la sua quarta edizione nel 2012 (prevista da contratto) si interromperà la sua direzione: «Sono riuscito a fare in questi anni un solo film, ‘Il primo uomo’, che si incastrava bene tra due edizioni. Ma sono molto desideroso di girarne altri. Certo, a Torino sono molto legato, mi diverte molto dirigere questo festival: la scelta non è facile». © RIPRODUZIONE RISERVATA In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it