Franceschini, il cinema è un’industria strategica

Al Ministero dei Beni Culturali da febbraio, Dario Franceschini sta ricoprendo il ruolo con decisione. Gli atti ufficiali non sono mancati in questi mesi, e nemmeno le prese di posizione nette. Nell’intervista di copertina del numero del 30 agosto/15 settembre di Box Office – in diffusione in questi giorni anche alla Mostra del Cinema di Venezia con una tiratura speciale (e disponibile in versione digitale su App Store, Windows Store e Google Play) – Franceschini dichiara che «il cinema è un’industria culturale strategica per lo sviluppo del Paese» nuovamente autorevole come in passato grazie a premi e consensi internazionali. Ma proprio il fronte internazionale è anche una delle lacune del nostro cinema, oltre a una debolezza interna del mondo produttivo «che vede però protagoniste due realtà preponderanti come conseguenza di una forte concentrazione nella distribuzione». Franceschini affronta anche il nodo degli Studios di Cinecittà, della mission della holding pubblica e parla del Festival di Roma, delle sfide della rivoluzione digitale e del sostegno alle sale e alla produzione. Sul numero del periodico di Editoriale Duesse, spazio, ovviamente, alla Mostra del Cinema di Venezia, con i film in programma fino al 6 settembre e gli appuntamenti di mercato e dell’industria previsti al Lido. Due le inchieste: una dedicata alle film commission e alle loro sfide, l’altra incentrata sull’esercizio siciliano. Interviste anche a Luigi De Laurentiis (Filmauro) e a Federico Bagnoli Rossi (Fapav). Due gli allegati: i Top 50 del cinema italiano, realizzati da Box Office insieme a Ciak, e Italian Cinema, con approfondimenti dedicati alla produzione italiana al Festival di Venezia (la copertina presenta i principali film italiani con appeal internazionale in fase di lavorazione in questi mesi o già pronti per la distribuzione).

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