Dal 2005 a oggi gli investimenti statali nella produzione cinematografica si sono dimezzati; sono state introdotte forme di incentivi fiscali e la quota dei film italiani sugli incassi e sui biglietti venduti è cresciuta. Questo il quadro delineato da una ricerca, anticipata oggi dal ‘Sole 24 Ore’, sul sostegno statale alla produzione cinematografica della Direzione Generale per il cinema del Ministero dei Beni Culturali, guidata da Nicola Borrelli. Dal 2005 al 2009 i fondi statali per la produzione cinematografica nazionale sono stati pari a 212 milioni di euro, con un calo del 54,2% rispetto al quinquennio precedente; nel periodo 2000-2004, i finanziamenti ammontavano a 463 milioni di euro, di cui ne sono stati recuperati 90 milioni. Lo studio ricorda che il decreto legge Urbani del 2004 ha ridotto il contributo medio per film: con il vecchio Fondo di garanzia lo Stato arrivava a coprire il 63% del costo del film e l’81% del costo delle opere prime e seconde; con il “nuovo” sistema, per le opere di autori affermati si è raggiunto il 31,1% del costo e il 31,6% per le opere prime e seconde. Nel 2010 il contributo statale alla produzione è stato pari al 22,2% dell’investimento complessivo; in particolare, per l’11,3% con finanziamenti diretti e per il 10,8% tramite incentivi fiscali (introdotti dalla Finanziaria 2008 e rinnovati di recente per un triennio). Da segnalare che dal 2004 al 2010 i biglietti venduti per i film italiani sono saliti dal 20,5% al 32% di quelli totali. Nota critica rilevata infine dalla ricerca: dal 2005 al 2009 il 29,3% dei film che ha ottenuto un finanziamento non è mai uscito in una sala, ricevendo 31,2 milioni di euro, pari al 20% delle risorse accordate nel periodo.
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