Il sistema dei finanziamenti alla produzione cinematografica deve essere modificato. Sembra questa, in sintesi, la posizione ufficiale della sinistra e in particolare di due personaggi di spicco come il ministro dei Beni Culturali Giovanna Melandri e il suo predecessore Valter Veltroni al convegno “Il cinema italiano e l’Europa”, organizzato ieri a Roma, presso il cinema Adriano, dalla Fondazione Mario Cecchi Gori (fondata da Vittorio Cecchi Gori per ricordare la figura del padre, storico produttore) e da Italianieuropei (fondazione presieduta da Massimo D’Alema). Dopo l’introduzione di Cecchi Gori, che ha lamentato le difficoltà attuali in cui si deve muovere un produttore, il ministro Melandri ha sottolineato di ridurre il rischio statale al 50% dei costi di produzione di un film incentivando forme alternative come la defiscalizzazione, privilegiando il sostegno a opere prime, corti e documentari. Ancora più netto Veltroni, che ha proposto di sostituire le commissioni di otto elementi che attualmente scelgono i film di interesse culturale e li finanziano con automatismi che evitino pericolose discrezionalità (l’ex ministro ha citato il caso della bocciatura del recente ‘L’ultimo bacio’ di Gabriele Muccino). Tra gli altri intervenuti al convegno, il presidente di Italia Cinema Luciana Castellina, i registi Roberto Benigni, Mario Monicelli, Carlo Verdone e Bernardo Bertolucci e il il co-organizzatore Massimo D’Alema.
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