Fiapf, i rischi del Mercato Unico Digitale

C’è molta attesa attorno alla nuova Direttiva Media e Audiovisivi che l’Ue dovrebbe pubblicare entro fine maggio. Su e-duesse ne abbiamo già anticipato alcuni contenuti come sono emersi al Festival di Cannes. In questi giorni ha preso posizione anche la Fiapf – la Federazione internazionale delle associazioni di produzione cinematografica, che vede iscritte 36 associazioni di produttori provenienti da 30 Paesi in cinque continenti – partendo dallo studio “The impact of cross-border access to audiovisual content on EU consumers”, realizzato dagli istituti Oxera e O&O, sulle conseguenze del Mercato Unico Digitale. Lo studio ha messo in evidenza i rischi che potrebbe correre l’industria audiovisiva europea se si affermasse il superamento del geoblocking, ovvero se si desse l’opportunità ai cittadini europei di poter accedere on demand ai contenuti audiovisivi anche in altri Paesi, differenti da quelli in cui si vive. Per Oxera e O&O si verificherebbe una flessione di spesa da parte dei consumatori in contenuti audiovisivi di 9,3 miliardi di euro; in contrazione anche il fatturato dei produttori di 8 miliardi di euro con una flessione del 48% sulla produzione dei contenuti stessi: «Il modello proposto dall’Ue – recita un comunicato Fiapf – implica un cambio di 180° dei processi produttivi, dicommercializzazione e di finanziamento delle produzioni audiovisive, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’industria indipendente». Inoltre, lo studio sottolinea anche i rischi che correrebbe l’esercizio se si confermasse questa impostazione. Va detto, però, che Andrus Ansip, vicepresidente della commissione della Commissione Europea, a Cannes, a proposito della direttiva ha annunciato in un dialogo con il magazine Screendaily che “il principio di territorialità (quello per cui i prodotti audiovisivi vengono acquistati, realizzati e distribuiti territorio per territorio, ndr) sarà preservato».

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