In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ di ieri, il direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Marco Müller torna sulle discussioni che hanno accompagnato la selezione dei film italiani della scorsa edizione: «Le polemiche sui film di casa nostra ci saranno sempre ma alcuni aggiustamenti saranno necessari» dichiara Müller. Che continua: «Ad esempio per quello che riguarda la commissione di selezione. Sono trent’anni che “fabbrico” festival: a me spetta soprattutto un compito compositivo mentre i selezionatori dovrebbero essere capaci di reagire ai rischi della mia routine. E con il presidente Baratta abbiamo concordato sulla necessità di svecchiare la commissione». E sul rapporto con il Festival di Roma il direttore di Venezia dice di non aver nessuna paura ma di invidiare «stando alle ultime dichiarazioni di Bettini, i 16 milioni di budget. E poi una persona intelligentemente attiva come Diamara Parodi che ha saputo tener vivo il significato di una parola abusata come Industry Office». Per quanto riguarda la prossima edizione del festival, che si terrà dal 27 agosto al 6 settembre («le date della Mostra sono il nostro vero asso nella manica: in questi anni produttori e distributori americani si sono accorti che Venezia è fondamentale per aprirsi sui mercati europei d’autunno»), Müller si augura di avere Meryl Streep come presidente di giuria e, a proposito dei film italiani conclude: «Spero che non si decida di offrire a Cannes insieme Garrone e Sorrentino: la loro successiva uscita finirebbe per farli cannibalizzare. Sarebbe bello se uno dei due aspettasse Venezia. E per settembre dovrebbe essere pronto anche il nuovo Ozpetek».
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