Export, 30 milioni dal cinema italiano nel 2009-2010

Nel triennio 2006-2008 il fatturato estero realizzato dai film italiani è stato di 26 milioni di euro. Per il biennio 2009-2010 si stimano altri 25-30 milioni. Sono queste le cifre date questa mattina al convegno “Cinema: sfida dei mercati esteri” che si è tenuta al Digital Expo della Mostra del Cinema di Venezia. Nell’introdurre il tema, Federica Medolago Albani per l’Anica ha sottolineato che «le vendite sono concentrate su pochi titoli; soprattutto film che possono contare sulla notorietà degli autori, sui passaggi ai festival, sulla vittoria di premi e sull’essere destinati allo sfruttamento theatrical. Ovviamente ci sono eccezioni e film che hanno percorsi diversi, ma dobbiamo ammettere che negli ultimi cinque anni il mercato vendite estere è statico; bisogna capire come modificare la situazione e migliorare le vendite e la promozione nel mondo del cinema italiano». Per Roberto Cicutto, presidente di Cinecittà Luce che ha come mission quella della promozione del cinema italiano all’estero «il problema è che per il Governo non sembra importante destinare risorse alla promozione. Allora tutti i soggetti interessanti devono cercare di lavorare insieme e trovare delle soluzioni. Una strada da percorrere è quella di costruire una rete di referenti sul territorio per realizzare non solo iniziative sporadiche di lancio dei film; ci deve essere qualcuno che per conto dei produttori mantenga i film a disposizione dei buyer e che sia in costante contatto con gli operatori di un determinato Paese per tenere viva l’attenzione attorno al nostro cinema. Questa attività si finanza attraverso un più stretto rapporto tra Ministero dello Sviluppo Economico e dei Beni Culturali. Importante che ci sia uno stretto legame tra i due Ministeri, Cinecittà Luce e Anica, che si occupano di questi temi. Inoltre vorrei sottolineare che non tutti i film possono reggere i costi di una distribuzione in sala; alcuni film possono essere distribuiti su piattaforme diverse senza passare dalla sala e avere così la possibilità di essere visti. Infine, mi piacerebbe che gli incentivi fiscali si potessero allargare a quelle società che investono nella promozione all’estero, come i distributori internazionali». Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, ha dichiarato: «Dobbiamo cercare di pensare ai film in fase di lavorazione già in termini di commercializzazione internazionale. Questo è più difficile quando si ha a che fare con opere prime o film più sperimentali, ma le grandi produzioni devono avere come occhio per altri mercati. Bisognerebbe creare una rete di corrispondenti esteri che possano agevolare la circolazione dei film; comporterebbe costi non eccessivi». Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa Film: «Per la nostra azienda l’internazionalizzazione dei film sarà un tema sempre più centrale nelle nostre strategie. Ci vuole uno sforzo creativo per ideare progetti che abbiamo potenzialità internazionali fin dall’inizio; noi lo abbiamo fatto con ‘Baaria’, per fare un esempio; con questa logica nascono ‘Io e te’ di Bernardo Bertolucci e ‘Venuto al mondo’ di Sergio Castellitto. Le stesse aziende devono muoversi a livello extra-italiano e proporsi come partner di progetti europei o internazionali come abbiamo fatto per ‘This Must Be the Place’. Ma Medusa è entrata anche in progetti internazionali come ‘Somewhere’ o ‘Bop Decameron’. Alla base di tutto, però, bisogna fare sistema; un limite è quello di un eccesso di individualismo che, alla luce delle scarse risorse a disposizione del mercato, non ha molto senso; bisogna uscire dagli individualismi e capire che il mercato estero è strategico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it