Come sarà l’estate cinematografica 2024? È questo l’interrogativo che si sta ponendo il mercato, chiamato a fare i conti con una stagione più debole del solito, almeno sulla carta. Ed è palpabile la preoccupazione dell’esercizio in questa inchiesta focalizzata sull’offerta nei mesi più caldi, una stagione che certamente parte in salita (almeno fino ad Inside Out 2, i cui risultati alle anteprime sono molto incoraggianti). Pesa, innanzitutto, il confronto con l’estate record del 2023, che aveva raccolto ben 110,5 milioni di euro tra l’1 giugno e il 31 agosto, complici soprattutto le performance di Barbie e Oppenheimer che, insieme, erano valsi il 40,4% dell’intero box office estivo. Ma pesano anche le conseguenze dello sciopero di sceneggiatori e attori dello scorso anno, le cui ripercussioni si fanno ancora sentire. E la buona volontà della campagna estiva di “Cinema Revolution” non sembra sufficiente a rassicurare gli animi degli esercenti (le presenze in calo dell’edizione di questo giugno di Cinema in Festa confermano questa preoccupazione).
Nonostante titoli di grande richiamo come Inside Out 2 (19 giugno), Deadpool & Wolverine (24 luglio) e Cattivissimo me 4 (anteprime evento il 7 agosto, con uscita nazionale prevista per il 21 agosto), gli esercenti faticano a vedere potenziali fenomeni sulla falsa riga del fenomeno Barbenheimer dello scorso anno, anche se non mancano film americani – vera ossatura dell’offerta estiva – come Alien: Romolus (14 agosto), A Quiet Place: Giorno 1 (26 giugno), Fly Me to the Moon: Le due facce della Luna (11 luglio), The Bikeriders (19 giugno), Twisters (17 luglio), e Trap di M. Night Shyamalan (8 agosto).
UNO SCENARIO COMPLESSO
Per Francesco Grandinetti, General Manager di The Space Cinema, «se lo scorso anno c’erano una serie di titoli importanti delle major a cui si sono aggiunti i risultati notevoli di Barbie e di Oppenheimer, la line-up 2024 è interessante ma non è paragonabile a quella del 2023 e sarà influenzata da eventi sportivi come i campionati Europei di calcio e le Olimpiadi, anche se abbiamo visto che alla fine sono i titoli a fare sempre la differenza». Si rivela sostanzialmente pessimista Fabio Fefè, direttore della programmazione di Circuito Cinema, che definisce l’offerta estiva «a dir poco mediocre. Quest’anno non si vede un calendario incoraggiante, credo che il mercato perderà sensibilmente terreno». Gli fa eco Andrea Stratta, amministratore delegato di Notorious Cinemas: «È un’offerta piuttosto debole se confrontata con l’anno scorso e con anni pre-Covid come il 2019, anno in cui l’estate aveva lavorato molto bene con Moviement. Dovremo fare i conti con un mercato che soffrirà parecchio, non ci sono grandi blockbuster all’orizzonte capaci di competere con Barbie e Oppenheimer, ma è qualcosa di risaputo e comune a tutti i Paesi. Anche a causa dello sciopero a Hollywood molti film sono stati spostati al 2025». In questo qua dro un po’ desolante Francesco Santalucia, esercente del Multicinema Galleria di Bari, si lancia in una previsione di incasso generale: «Tranne sorprese clamorose, sarà un’estate scarica e molto complicata. Se riuscissimo a superare, tra giugno, luglio e agosto, i 50 milioni di euro sarà un grande risultato ma temo che andremo sotto, a meno che Inside Out 2 non bissi il successo clamoroso di anni fa e superi le aspettative».
Giorgio Ferrero, direttore di Ferrero Cinema, teme che «rispetto al mercato dell’anno scorso potremmo perdere il 50%», anche se confida nella campagna e nello sforzo degli esercenti per finire «con un ottimistico -30%».
VOCI FUORI DAL CORO
Gianluca Pantano, Film Booking Director di UCI Cinemas, ricordando i film più importanti in uscita, è sicuro che quest’anno, «anche per merito dell’offerta cinematografica estiva finalmente allineata a quella di tutti gli altri Paesi, proporremo diverse uscite importanti in grado di soddisfare tutti i gusti e per questo siamo fiduciosi di ripetere il successo dell’anno scorso. Parliamo di blockbuster come Deadpool & Wolverine, Alien: Romolus e Bad Boys: Ride or Die; commedie romantiche come Fly Me to the Moon: Le due facce della Luna; film per famiglie come i nuovi capitoli di Cattivissimo me 4 e Inside Out 2». Su alcuni di questi titoli Alessandro Rossi, amministratore delegato di Movie Planet, prova a fare qualche ipotesi di incasso: «Per Inside Out 2 prevedo oltre 15 milioni di euro di incasso ma non replicherà il primo (nel 2015 arrivò a 25,4 milioni, ndr); Deadpool & Wolverine ha un trailer molto interessante, c’è grande attesa ed è un franchise che è sempre piaciuto, prevedo tra i 10 e 15 milioni; Cattivissimo me 4 potrebbe arrivare a 18 milioni. A Quiet Place: Giorno 1 è un film tarato sul mercato americano, come anche il catastrofico Twisters che mi sembra molto lontano dalla mentalità europea, proprio come The Bikeriders. Non ho una grande aspettativa di incasso nemmeno per Trap di M. Night Shyamalan». Anche Angelo Tacca, amministratore di Eplanet, pensa che Cattivissimo me 4 possa arrivare ai 15 milioni di euro ma sottolinea la peculiarità di operare in un territorio come quello siciliano dove «se esce un film indirizzato alle famiglie abbiamo la presenza di genitori e figli, mentre se il prodotto è verticale, come l’horror, il nostro pubblico fatica di più a frequentare la sala».
E IL CINEMA ITALIANO?
Insomma, a parte la triade Deadpool & Wolverine, Cattivissimo me 4 e Inside Out 2 gli esercenti faticano a individuare altri potenziali blockbuster. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Ed ecco che per quanto riguarda le produzioni italiane sembra configurarsi un’altra estate priva di proposte forti, un annoso problema. «Sul cinema italiano quest’anno – spiega Francesco Grandinetti – ci sono veramente pochi titoli potenzialmente vicini al milione di euro di incasso, come Ricomincio da Taaac! e Dall’alto di una torre fredda. Discorso a parte il per Me Contro Te il Film – Operazione Spie uscito il 30 maggio (ad oggi 2,3 milioni di euro di box office». Angelo Tacca si chiede «come sia possibile che, anche quando manca il prodotto americano, le produzioni italiane continuino a essere assenti dalle sale». Francesco Santalucia parla senza mezzi termini di «occasione persa: sento parlare dell’estate da più di 20anni e ho paura che ce ne dobbiamo fare una ragione, probabilmente non avremo mai un prodotto italiano all’altezza nei mesi caldi. I produttori non vogliono uscire d’estate, o attendono il festival di Venezia. E questo è un problema, specialmente quando il prodotto americano scarseggia o non ottiene i risultati sperati». Su questo Angelo Tacca offre un dato esemplificativo: «Dune – Parte due nel Sud Italia ha registrato una performance modesta, l’80% degli incassi sono stati fatti da Roma in su». Tornando al cinema italiano, Giorgio Ferrero spiega che «se oggi si realizzano produzioni imponenti, i produttori devono assumersi la responsabilità di uscire anche d’estate». Gli fa eco Fabio Fefè, che ricorda come «i cugini d’Oltralpe si salvano sempre con la loro produzione, è un Paese che può contare sul suo prodotto nazionale che aiuta e sostiene. Noi no e quest’anno soffriremo più del solito».
BASTERÀ CINEMA REVOLUTION?
E se mancano i film, alla fine poco può fare la politica che cerca di sostenere il settore con iniziative come “Cinema Revolution”, che dal 9 giugno
al 19 settembre offre la possibilità di vedere film italiani ed europei a 3,5 euro e «il resto lo metterà il MiC», ha dichiarato il sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni. «La scorsa edizione ha segnato risultati record per cui, come già annunciato, quest’estate sarà un’altra straordinaria stagione di grande cinema». Gianluca Pantano conferma che UCI aderirà «con entusiasmo alle iniziative del Ministero della Cultura previste per la stagione estiva: Cinema in Festa e Cinema Revolution. Sono appuntamenti importanti per incentivare il pubblico alla visione di film italiani ed europei e in questo caso ci auguriamo che i distributori possano arricchire con ulteriori titoli il calendario delle uscite». Francesco Grandinetti afferma che «grazie a The Space ho la fortuna di lavorare in una multinazionale e di osservare gli altri mercati, ed è indubbio che il MiC stia facendo di tutto per sostenere la sala con incentivi importanti e “unici”, non mi risulta che ci siano incentivi analoghi in altri territori».
Dopo il rodaggio dello scorso anno del sistema dei biglietti scontati, Alessandro Rossi sottolinea come «l’esercizio stia lavorando per renderlo più intelligibile perché, per quanto ottima, la promozione del MiC aveva generato un po’ di confusione lo scorso anno nello spettatore che non è attento alla nazionalità dei film». Non ci sono stati, invece, grandi problemi per Giorgio Ferrero, per cui «gli spot sul biglietto scontato per i film italiani ed europei, oltre allo spot istituzionale, hanno funzionato molto bene nelle proprie strutture. Sono spot accattivanti che spingono anche la promozione di alcuni film più piccoli». Più scettico Francesco Santalucia che afferma di essere «abbastanza colpito che sia stata riproposto il contributo ministeriale sui biglietti del cinema italiano e europeo, di cui l’anno scorso le persone che arrivavano al botteghino non ne se sapevano nulla. Forse quest’anno beneficeremo dell’informazione dell’anno scorso, ma è dimostrato che, senza film, le politiche sui prezzi incidono poco. Forse le arene recupereranno un po’ di prodotto ma non vedo come possa aiutare il settore a livello generale». Sostanzialmente dello stesso parere anche Fabio Fefè: «è positivo il biglietto a 3,50 euro, il pubblico l’ha capito e apprezzato, ma se i film non sono attrattivi, l’aiuto non darà una spinta importante. E, purtroppo mi ripeto, quest’anno non credo registreremo grandi numeri in estate».
COME CHIUDERÀ IL 2024?
Fare previsioni estive che, lo abbiamo visto, non sono così positive, vuol dire anche iniziare a fare bilanci complessivi sul 2024, mettendo da parte i sogni di Francesco Grandinetti «di un mercato che potrebbe crescere di un 15% se lavorassimo bene nel periodo estivo, periodo che ha potenzialità inespresse, spalmando così i film nell’arco di 12 mesi», a favore del pragmatismo di Andrea Stratta: «Il risultato è questo, dobbiamo fare i conti con un mercato attuale più debole e ora sappiamo che potremmo chiudere a un livello inferiore rispetto al 2023».
Ma per Guianluca Pantano «è presto giudicare il 2024, gli scioperi negli Stati Uniti hanno ritardato l’uscita di alcuni top title nella prima parte dell’anno, anche se il pubblico ha accolto con entusiasmo eventi e prodotti locali come Un mondo a parte, prova che l’esperienza dell’andare al cinema è ancora molto forte nel pubblico. Nella seconda parte dell’anno, invece, arriveranno una serie di titoli importanti che daranno il via poi a un 2025 che a nostro avviso sarà straordinario per qualità, varietà e quantità dei titoli annunciati». Un sentimento condiviso anche da Angelo Tacca, che si definisce «fiducioso per il futuro, nel secondo semestre credo ci sia spazio per sistemare lo scenario complessivo».
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