E Hollywood si (ri)chiese come creare un blockbuster di successo

Il 2023 ha reso ancora più evidente che non si può più vivere di sola rendita. Le franchise che un tempo erano successi assicurati, oggi non bastano più e servono idee nuove, originali, disruptive e bene orchestrate. Sì, ma quali?

Se qualcuno se lo stesse chiedendo, il sapore biblico del titolo è voluto. Perché Hollywood, in un certo senso, è a tutti gli effetti un “sub-creatore di mondi secondari” (come quel genio di J.R.R. Tolkien amava definire la propria professione di scrittore fantasy) che prendono vita sul grande schermo. Una fucina di talenti che forgia costantemente opere d’arte nella speranza di dare alla luce il prossimo grande blockbuster mondiale.

Ma per raggiungere questo obiettivo, bisogna passare al vaglio dello spettatore, un interlocutore esigente che nell’anno passato ha avviato un cambio di passo (forse definitivo) che ha inevitabilmente imposto una riflessione immediata agli studios, i quali non possono permettersi di “sbagliare” titoli con budget da centinaia di milioni di dollari. A maggior ragione in uno scenario globalizzato, dove ogni società è quotata in Borsa e deve rispondere sistematicamente ai propri azionisti e al mercato in senso largo. Del resto, si sa, il cinema gioca di anticipo: i cambiamenti vanno previsti e imposti molto tempo prima, in quanto ogni film richiede anni di lavorazione, a maggior ragione quando sono previsti consistenti effetti visivi.

Ma il 2023 non ha registrato in Nord America il miglior risultato post-pandemia con quasi 9 miliardi di dollari? Vero, ma in proporzione sono tanti i titoli che non hanno raggiunto neanche il minimo sindacale per raggiungere il break-even. In queste pagine analizziamo un fenomeno che merita di essere inquadrato con attenzione, sviscerando punto per punto tutte le trasformazioni in atto che non possono essere più ignorate dai grandi studios hollywoodiani.

FUORI I SUPEREROI, DENTRO LE IP ORIGINALI

Dopo oltre due decenni di dominio all’insegna dei cinecomic, oggi l’universo supereroistico è in un momento di stallo e non si può certo dire che i segnali di un trend calante non fossero già visibili da tempo. Perché se il teorema di Agatha Christie è ancora valido, per cui “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, in questi ultimi anni abbiamo ampiamente superato i tre indizi. Da tempo, infatti, i cinecomic faticano a trovare nuove strade e l’introduzione di supereroi meno noti, la crossmedialità tra cinema e streaming, e la difficoltà di continuare filoni narrativi nei fatti già conclusi, non hanno certo aiutato. D’altra parte, dopo decine e decine di film è anche difficile mantenere viva l’attenzione dei fan e realizzare storie sempre nuove. In questo senso, il 2023 è stato il 9/11 del genere cinecomic, con tre titoli in programmazione, The Flash, Aquaman 2 e The Marvels, che si sono attestati su numeri ben al di sotto delle previsioni degli studios (in controtendenza Guardiani della Galassia Vol. 3 e Ant-Man and the Wasp: Quantumania). Dati che dovrebbero far riflettere, specialmente se si pensa che tra cinecomic davvero apprezzati dal pubblico negli ultimi anni in termini di originalità sono stati soprattutto i due reboot The Joker e The Batman, che hanno provato a ripartire da zero con un nuovo grip artistico e di scrittura. Ma fanno riflettere anche le dichiarazioni del Senior Media Analyst di Comscore, Paul Dergarabedian: «I gusti del pubblico stanno cambiando e sembra che vogliano film più impegnativi, non ci sono più scommesse sicure». Parole che trovano la conferma in tre assi all’inizio apparentemente mascherati da “semplici” figure: Barbie, Super Mario Bros. e Oppenheimer. Una combinazione su cui in pochi avrebbero fatto all-in e che invece ha sbancato il tavolo, portando questi film sul podio degli incassi mondiali del 2023. Tre storie originali, certamente basate su due celebri IP (una di giocattoli e una videoludica) e su un noto personaggio storico, ma che hanno portato quella ventata di novità e di freschezza che il pubblico cerca sul grande schermo. Addirittura, secondo Comscore il fenomeno Barbenheimer ha rappresentato il 10% delle vendite di biglietti complessive in Nord America e quasi il 29% dei 10 film di maggiore incasso.

Merita una riflessione finale Spider-Man: Across the Spider-Verse, difficilmente categorizzabile in un unico genere in quanto a cavallo tra cinecomic e animation. Fatto sta che l’originalità della storia e delle animazioni hanno conquistato il cuore del pubblico, potando il film a diventare il terzo incasso domestico del 2023 con 381 milioni di dollari. L’ennesima conferma che il problema non è inventare nuovi personaggi, ma aggiungere agli ingredienti di base anche un concentrato di innovazione e tocco artistico.

OUTSIDER DA TENERE D’OCCHIO E LA CAVALCATA DEGLI HORROR

Attorno all’uscita di Barbenheimer si è imposto con forza al box office nordamericano anche un film sottovalutato dai più: il thriller/action con Jim Caviezel (il Gesù de La passione di Mel Gibson) Sound of Freedom. Un film indipendente, realizzato con un budget stimato di 14,5 milioni di dollari e fortemente sostenuto dalle comunità cristiane americane, che ha registrato in Nord America la sorprendente cifra di 184 milioni. Ma va ricordata anche l’incredibile performance, a metà ottobre, del film-concerto Taylor Swift: The Eras Tour con 180 milioni in Nord America (budget stimato di 15 milioni). Due titoli che, oltre a ricoprire la decima e undicesima posizione degli incassi domestici del 2023, hanno superato i risultati nordamericani di diversi blockbuster appartenenti a celebri franchise come Indiana Jones e il quadrante del destino, Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte 1, Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente, Transformers – Il risveglio, Creed III e Fast X. Insomma, un completo cambio di paradigma.

Intanto il 2023 ha confermato un trend ormai consolidato, ovvero la grande attenzione dello spettatore verso l’horror. Un genere spesso realizzato con budget contenuto e ancora capace di dar vita a franchise estremamente prolifiche. Basti penare a Five Nights at Freddy’s, anch’esso basato su una nota IP videoludica, Scream VI, il cui filone narrativo continua imperterrito dal lontano 1996, l’ennesima produzione Blumhouse M3gan, a cui si aggiungono lo spin-off The Nun II, il sequel action con Jason Statham Shark 2, Insidious: La porta rossa, La casa – Il risveglio del male, L’esorcista – Il credente e Saw X, i quali hanno performato molto bene anche nel resto del mondo. Si può, quindi, tranquillamente affermare che, ad oggi, l’horror sia tra i generi cinematografici più “sostenibili” a livello di costi e ricavi.

LE PREOCCUPAZIONI DEGLI STUDIOS

Certamente ogni anno presenta i suoi punti di forza e le sue criticità, a maggior ragione in un post-pandemia dove sono avvenuti tanti cambiamenti che non si sono ancora assestati e, in alcuni casi, ancora da decodificare. Resta il fatto che l’ultimo anno ha dato una scossa ai maggiori studios hollywoodiani che, pur uscendo a testa alta con risultati importanti, si sono anche scottati la mano con diversi film. Il pubblico si è espresso e ora non resta che elaborare il messaggio e agire di conseguenza. Certo il cinema non è una scienza esatta e vedremo queste considerazioni a quali risultati porteranno nei prossimi anni. Ma vale la pena concludere con le dichiarazioni di Adam Fogelson, vice chair di Lionsgate Motion Picture Group, studio che per la prima volta nel 2023 ha superato il miliardo di dollari di incassi globali grazie al successo di titoli quali John Wick 4, Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente e Saw X: «La buona notizia è che il pubblico ha ancora voglia di andare al cinema, dove sente di poter trovare qualcosa di fresco ed emozionante. Oggi ci sono sicuramente generi più sfidanti e complessi da gestire rispetto al passato, e questo è un problema. Ad ogni modo, che sia una tendenza a breve o a lungo termine, questo processo richiederà sicuramente a tutti di vigilare ancora di più sulle decisioni prese e sul loro prezzo da pagare».

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