Nuovo capitolo nello scontro tra grandi studi di Hollywood e colossi dell’intelligenza artificiale: Disney e Universal hanno intentato una causa congiunta contro Midjourney, società specializzata in strumenti generativi che permettono agli utenti di creare immagini e video a partire da semplici prompt testuali, spesso raffiguranti personaggi celebri come Darth Vader, Shrek o Spider-Man.
Il procedimento è stato avviato mercoledì presso la Corte distrettuale di Los Angeles da parte di Disney Enterprises, Marvel, Lucasfilm, 20th Century Studios, Universal City Studios Productions e DreamWorks Animation. La denuncia definisce Midjourney — fondata da David Holz — come “un pozzo senza fondo di plagio”, accusando la società di permettere sistematicamente la creazione e la distribuzione di contenuti basati su proprietà intellettuali protette da copyright.
Gli studios sostengono che i tool sviluppati da Midjourney permettano con facilità la realizzazione di immagini ad alta qualità che riproducono fedelmente personaggi noti. «Se un abbonato a Midjourney invia un semplice prompt testuale richiedendo un’immagine del personaggio Darth Vader in un determinato contesto o intento in una certa azione, Midjourney esegue generando e mostrando un’immagine di alta qualità e scaricabile con il personaggio di Darth Vader protetto da copyright», si legge nella denuncia.
Tra le prove presentate, numerose immagini AI di personaggi Disney e Universal, tra cui Wall-E, Stormtrooper, Yoda, i Minions e i protagonisti di How to Train Your Dragon, confrontate con le versioni originali. Secondo gli studios, Midjourney sarebbe riuscita a ottenere questi risultati utilizzando come dati di addestramento contenuti protetti reperiti online tramite bot, scraper e web crawler, senza licenze. Holz stesso, si legge, avrebbe ammesso che la società «prende tutti i dati che può, tutti i testi che può, tutte le immagini che può».
La denuncia evidenzia inoltre che la sezione “Explore” del sito di Midjourney, dove vengono curate e mostrate creazioni degli utenti, costituisce una prova della consapevolezza dell’azienda riguardo all’uso illecito delle proprietà intellettuali. «La pubblicazione e la selezione di immagini illecite nella pagina Explore dimostrano che Midjourney sa che la sua piattaforma riproduce regolarmente le opere protette dei querelanti, e che quella pagina è destinata a pubblicizzare la capacità di Midjourney di violare i diritti d’autore», prosegue il documento.
Disney e Universal sostengono infine che Midjourney possieda gli strumenti tecnici per limitare questo tipo di output, ma scelga deliberatamente di non utilizzarli: «Midjourney controlla, e ha la possibilità di controllare, i risultati generativi attraverso misure tecniche di protezione facilmente disponibili – scrivono gli studi – Pur avendo la possibilità di farlo, Midjourney ha scelto consapevolmente di non applicare misure a tutela del copyright».
Il responsabile legale di Disney, Horacio Gutierrez, ha rilasciato una dichiarazione netta: «La pirateria è pirateria. Il nostro IP di livello mondiale si fonda su decenni di investimenti finanziari, creatività e innovazione — investimenti resi possibili solo dagli incentivi garantiti dal diritto d’autore, che dà ai creatori il diritto esclusivo di trarre profitto dalle loro opere. Siamo fiduciosi nel potenziale della tecnologia AI e ottimisti sul suo uso responsabile a supporto della creatività umana. Ma la pirateria è pirateria, e il fatto che sia perpetrata da una società di AI non la rende meno illecita».
Anche Charles Rivkin, presidente della Motion Picture Association, ha commentato: «Una solida protezione del diritto d’autore è la spina dorsale della nostra industria. Un approccio equilibrato all’AI, che protegga la proprietà intellettuale e allo stesso tempo promuova un’innovazione responsabile e incentrata sull’uomo, è fondamentale per mantenere la leadership globale americana nelle industrie creative».
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Fonte: THR
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