Di Chio: il problema del nostro cinema è la produzione (I)

Si è svolta ieri sera allo Sporting Club di Milano 2 l’incontro mensile del Club Santa Chiara, associazione nazionale della comunicazione, del ciclo “I raggi della comunicazione”. All’incontro – organizzato in collaborazione con i periodici di cinema “Box Office” e “Rivista del Cinematografo” – hanno partecipato Federico Di Chio, amministratore delegato di Medusa Film, e Andrea Piersanti, direttore della “Rivista del Cinematografo” e presidente dell’ente dello Spettacolo. I due relatori, introdotti dal presidente del Club Santa Chiara Marco Palmisano, si sono confrontati sul tema “Cinema e fiction: emozioni in bilico tra contenuti, effetti speciali e distribuzione”, partendo dallo spunto di un recente articolo dell’onorevole Giovanna Melandri, ministro per i Beni e le Attività Culturali, al “Corriere della Sera”. Tale articolo individuava nella scrittura, nella distribuzione e nella promozione le tre debolezze del nostro cinema. Di Chio ha invece individuato nella produzione il problema maggiore, da cui discendono come conseguenze quelle enunciate dal ministro. “Il produttore è imprenditore ed editore” ha spiegato Di Chio. “Ma il problema è che in Italia il cinema non è un’industria”. Ne consegue che i produttori non rischiano mezzi propri ma si appoggiano sui distributori o sullo Stato. “Spesso non si fa un film perché c’è un’idea, qualcosa da dire, ma perché c’è un comico sotto contratto, finendo con l’essere proni ai gusti del finanziatore. Ovvio che ci siano problemi di creatività e di scrittura”.

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