Dennis Ruh: «Il mio EFM tra successi e sorprese»

Il direttore uscente dello European Film Market del Festival di Berlino fa un bilancio delle tre edizioni che ha condotto da quando è entrato in carica nel 2020, presenta le novità di quest’anno dell’evento, riflette sulle potenzialità e criticità dei prossimi mesi per il settore audiovisivo e spiega perché ha scelto l’Italia come Paese in Focus. Non ultimo, esprime il proprio rammarico per il suo mancato rinnovo

Questa è la sua ultima edizione come direttore dell’EFM. Quali importanti traguardi ha raggiunto lo European Film Market sotto la sua guida dal 2020?
«Il primo importante traguardo è stato raggiunto già con la mia prima edizione come direttore. Ho iniziato nel settembre 2020, subito dopo la prima ondata della pandemia, quando tutti pensavano che i festival e i mercati sarebbero tornati presto in piena attività. Tuttavia, dopo poche settimane, il settore ha dovuto fare i conti con nuove ondate di contagi che avrebbero presto reso impossibile la realizzazione di un evento internazionale in presenza. Abbiamo quindi dovuto spostare il mercato online, e abbiamo avuto solo poche settimane per realizzarlo. Nel 2021 il mio team ed io siamo riusciti a dare uno slancio importante all’industria cinematografica, anche se in formato virtuale. Allo stesso tempo, abbiamo fatto tutto il possibile per coinvolgere i distributori nei territori chiave dove i cinema non erano stati chiusi per permettere loro di vedere i film sul grande schermo. Oltre all’EFM online abbiamo organizzato proiezioni a Melbourne, Tokyo, Città del Messico e San Paolo, con il risultato di un aumento delle vendite dei titoli presentati in quei territori».

E le edizioni successive?
«Dopo un’altra edizione online nel 2022, il mercato è tornato con successo completamente in presenza nel 2023, battendo tutti i precedenti record di partecipazione. E siamo pure riusciti a rendere il mercato nuovamente redditizio per il festival. Anche l’edizione 2024 promette di essere un successo, con spazi espositivi esauriti, e la partecipazione di grandi Paesi come l’India e l’Arabia Saudita. I numeri degli accrediti, poi, sono ancora più alti dell’anno scorso. Sotto la mia direzione, abbiamo lanciato una serie di podcast, abbiamo aumentato l’accessibilità del mercato e dei programmi per i professionisti del settore con progetti innovativi di sviluppo, diversità e inclusione. Tra questi, i programmi ampliati di Toolbox e l’Equity and Inclusion Pathways Seminar. Ancora, abbiamo portato tutte le attività del mercato a Potsdamer Platz, conquistato nuove sedi, potenziato l’infrastruttura fisica e digitale del mercato, e consolidato il suo finanziamento. L’ultimo traguardo, ma non meno importante, è il nostro continuo sostegno all’industria cinematografica ucraina in questi tempi difficili, nonché il supporto ai professionisti del cinema indipendente iraniano e bielorusso».

C’è qualche aspetto dell’EFM, invece, che avrebbe voluto sviluppare maggiormente e che, per varie ragioni, non è riuscito a migliorare?
«Certo, il lavoro di miglioramento dell’EFM non finisce con l’edizione di quest’anno. Un mercato ha bisogno di essere sviluppato costantemente. Soddisfare le richieste del settore è il core business di un Film Market internazionale di successo come l’EFM. Per questo il mio approccio è sempre stato quello di ascoltare i nostri espositori e partecipanti per conoscere le loro esigenze. Inoltre, alcune parti dello sviluppo strategico richiedono più tempo e non possono essere attuate in un solo anno. Ecco perché il mio team e io abbiamo già lavorato su progetti strategici per i prossimi anni, come il rilancio del sito web e l’implementazione di una piattaforma digitale per migliorare i servizi e il networking durante tutto l’anno. Allo stesso tempo, l’EFM è inserito in una difficile struttura organizzativa burocratica che ne limita la crescita sostenibile».

Cosa rende l’EFM unico rispetto ad altri mercati internazionali come il Marché du Film di Cannes, il MIA Market di Roma o l’American Film Market?
«Lo European Film Market è uno dei più grandi mercati cinematografici del mondo. L’anno scorso abbiamo accolto più di 11.500 partecipanti al mercato provenienti da oltre 132 Paesi, abbiamo avuto 612 società e istituzioni espositrici e più di 1.500 proiezioni con oltre 770 film. L’EFM è un mercato molto attivo. La sua collocazione temporale quale primo mercato cinematografico dell’anno fa sì che i distributori arrivino con i loro budget annuali ancora poco intaccati, e dunque nelle condizioni migliori per acquistare nuovi film. Quest’anno ci troviamo inoltre nella situazione particolare che l’EFM è il primo mercato dopo lo sciopero di SAG-AFTRA, e abbiamo ricevuto un feedback promettente dagli agenti di vendita che ci hanno annunciato che porteranno progetti che erano stati interrotti temporaneamente o addirittura trattenuti, ma che sono pronti a riprendere o a essere messi in vendita ora che lo sciopero è finito. Un altro punto di forza è che l’EFM è collegato alla Berlinale, uno dei più grandi festival di pubblico del mondo, che vende quasi 330.000 biglietti. Ciò offre ai distributori l’opportunità di vedere i film con il pubblico generale e di sperimentare direttamente come il film risuona con loro».

Quali sono le novità dell’edizione 2024 dell’EFM? Ci sono nuove sezioni, spazi, attività?
«L’anno scorso abbiamo deciso di centralizzare tutte le offerte del mercato cinematografico europeo a Potsdamer Platz, trasferendo il Berlinale Series Market e tutte le proiezioni in quest’area centrale. Ora il CinemaxX è stato completamente rinnovato, il che significa che i nostri partecipanti possono assistere alle proiezioni del mercato in modo molto confortevole e non devono spostarsi per la città. Un giorno prima dell’apertura del mercato, inizieremo a proiettare i promo reels in questa sede e introdurremo il formato Reel Time, una serie di promo reels raggruppati per genere o temi. Questo nuovo formato è nato dal desiderio di fornire ai sales manager un’opportunità per mostrare i loro contenuti al loro gruppo di riferimento, favorendo una connessione più profonda tra le società di vendita e i distributori. La Gropius Dome è la nostra nuova sede per eventi accanto al Gropius Bau, che risponde all’esigenza degli espositori di affittare uno spazio aggiuntivo per cocktail, conferenze e presentazioni. Inoltre, offre una comoda opportunità di mangiare durante la pausa pranzo. Quest’anno si terranno nuovi eventi partner, come il Winston Baker’s Entertainment Finance Forum, incentrato sull’esplorazione dello stato attuale e della crescita futura delle opportunità di finanziamento su scala globale, e la prima edizione di AfroBerlin, organizzata da Yanibes, che rappresenta una piattaforma per i partecipanti per discutere con i principali attori dell’industria cinematografica africana e per raccogliere informazioni preziose sul potenziale di mercato dei contenuti dei registi africani e afro-diasporici».

Quali saranno i temi principali delle EFM Industry Sessions?
«Nell’ambito delle EFM Industry Sessions, ci soffermeremo su uno dei recenti punti di discussione all’interno dell’industria cinematografica internazionale: quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle dinamiche dell’ecosistema cinematografico? L’intelligenza artificiale è già stata un punto chiave degli scioperi SAG-AFTRA del 2023. L’industria internazionale affronta le opportunità, le perturbazioni e le minacce delle nuove tecnologie. Le sessioni rifletteranno anche su nuovi percorsi di leadership, offrendo soluzioni nel campo della sostenibilità e dell’accessibilità. Nel complesso, si tratterà di un’esplorazione verso un’industria più sana ed equa, che spazierà dalla produzione alla distribuzione fino al coinvolgimento del pubblico».

Denis Ruh (foto Angela Regenbrecht)

Perché avete scelto l’Italia come Paese in focus 2024? Come siete arrivati a questa scelta?
«Dal 2017 gestiamo il programma Country in Focus e abbiamo messo in evidenza le industrie cinematografiche nazionali di Messico, Canada, Norvegia, Cile e Paesi Baltici. L’Italia doveva già essere il Paese focus dell’EFM nel 2021, ma a causa della situazione sanitaria ancora critica, la sezione Country in Focus è stata sospesa. Dopo il ritorno alle edizioni in presenza, sono lieto di poter finalmente accogliere l’Italia in questo ruolo. Quello con l’industria cinematografica e audiovisiva italiana è un appuntamento fisso all’EFM. Nel 2023 abbiamo avuto più di 1.000 partecipanti accreditati dall’Italia, oltre 60 aziende italiane espositrici e quasi 80 film in proiezione sul mercato. Ciò pone l’Italia in una posizione di leadership. L’Italia offre un panorama produttivo e distributivo emozionante, tradizionale ma anche moderno e diversificato».

Secondo la società di analisi Gower Street, nel 2024 le vendite di biglietti cinematografici nel mondo dovrebbero raggiungere i 31,5 miliardi di dollari, con un calo del 5% rispetto al 2023. Dal suo punto di vista, quali potrebbero essere le maggiori criticità per il settore cinematografico di quest’anno?
«Questa previsione e il calo del 5% non indicano un calo di interesse per il cinema. È la conseguenza della lunga durata degli scioperi negli Stati Uniti. C’è una forte domanda di pubblico per le uscite nelle sale e luglio 2023 è stato un mese da record al box office mondiale. Con gli scioperi degli sceneggiatori e degli attori, nel 2023 negli Stati Uniti si è perso il 50% del tempo di produzione. Per questo motivo le major hanno dovuto rimandare al 2025 l’uscita nelle sale di film ad alto budget e di grande richiamo per il pubblico. Ma questo può anche offrire un’opportunità per l’uscita di film indipendenti e d’essai, dato che il rinvio ha fatto spazio nel calendario delle uscite del 2024. È un’opportunità per i film non hollywoodiani di brillare nei cinema. L’EFM è il mercato in cui i diritti di distribuzione di questo tipo di film sono ampiamente venduti. Per questo motivo mi aspetto un’intensa attività commerciale a Berlino».

È rimasto sorpreso dal mancato rinnovo del suo incarico di direttore?
«Non posso nascondere di essere rimasto sorpreso dal mancato rinnovo del mio contratto, soprattutto perché l’informazione è arrivata molto tardi e non c’è stato alcun dialogo in merito. Guardando allo sviluppo dinamico del mercato, considero gli ultimi tre anni sotto la mia guida un grande successo, nonostante le difficili condizioni pandemiche, politiche e organizzative. Io e il mio meraviglioso e altamente professionale team siamo stati in grado di creare uno slancio importante per l’industria cinematografica e distributiva internazionale anno dopo anno. Ho messo molto impegno e cuore in questo lavoro e mi sarei aspettato qualsiasi tipo di confronto e comunicazione. Ma alla fine devo rispettare la decisione del direttore designato e sono certo che il mio successore tratterà il team e questo importante mercato, ricco di storia, con il rispetto e l’attenzione che meritano».

L’articolo è pubblicato sull’ultimo numero di Italian Cinema distribuito all’EFM – European Film Market che si svolge durante il Festival di Berlino (15-21 febbraio 2024)

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